Intervento dell’elisoccorso di Como in codice rosso questa mattina a Sovere per un infortunio sul lavoro.
L’episodio si è verificato intorno alle 11,30 in un’azienda che si occupa di commercio di rottami ferrosi per l’industria siderurgica. Un autista dipendente dell’azienda, di 48 anni, è rimasto ferito in modo grave.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti da parte dell’Ats di Bergamo, mentre si accingeva a scaricare il proprio semirimorchio, nell’operazione di apertura del portello posteriore, l’uomo è stato colpito alla guancia destra da una leva facente parte del dispositivo a maniglione di chiusura del portello stesso. Al momento dell’apertura del portellone la leva è scattata colpendo il lavoratore, ferendolo al viso e facendolo cadere a terra. Ha battuto la testa al suolo e riportato un trauma cranico , con probabile perdita di coscienza momentanea. Subito soccorso dai colleghi presenti è stato trasportato in codice rosso in eliambulanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
Sul posto sono intervenuti i tecnici dell’Ats, Ufficio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Bergamo Est, per ricostruire la dinamica dell’accaduto, e i carabinieri.
«Da una prima ricostruzione pare che il semirimorchio fosse in possesso di tutti i dispositivi di messa in sicurezza e bloccaggio pneumatico del portellone, apparentemente ben funzionanti – spiega il dottor Sergio Piazzolla, dell’Ats di Bergamo -. In generale il momento dell’apertura del portellone di un rimorchio è spesso critico, specialmente quando il materiale contenuto è di ingente quantità e magari si è un po’ mosso durante il precedente trasporto e interagisce e preme sul portellone stesso. E’ pertanto imprescindibile l’approntamento da parte dell’azienda di una procedura di apertura in sicurezza ed il suo rigoroso rispetto da parte degli operatori addetti allo scarico del mezzo. E’ anche importante la conoscenza preventiva di come è fatto quel rimorchio o mezzo specifico per poter valutare il raggio di movimento eventuale delle maniglie o leve del portellone, che in questo caso erano poste all’altezza del viso dell’operatore».