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“Ragazzi (s)connessi” di Gianpaolo Pasini: quando non c’erano gli smartphone

Come sarebbe stata l’adolescenza negli anni Ottanta con uno smartphone in tasca? È la domanda a cui cerca di rispondere Gianpaolo Pasini nel suo libro Ragazzi (s)connessi (Susil edizioni). Un viaggio che riporta alla luce un mondo molto diverso da quello di oggi, con meno tecnologia, ma con più relazioni.

Gianpaolo Pasini, di Piario (ma originario di Ardesio), è conosciuto come scultore: prevalentemente dà forma al legno, ma non disdegna incursioni in altri materiali, come neve e persino cioccolato. In questo caso si è scoperto scrittore, con un’apprezzabile vena ironica che rende piacevole la lettura del libro, soprattutto per chi come lui i formidabili anni Ottanta li ha vissuti.

«In modo ironico – si legge nella sinossi del libro – vengono snocciolati frammenti di un cammino, di qualche decade fa, dove l’interazione fra la specie umana avveniva con una, ormai sbiadita, modalità: il contatto diretto. I social erano relegati a “grandi obiettivi”, in un angolo, lontani dall’attuale enorme fruizione. L’incontro fra il genere umano avveniva così: tutti sconnessi, anche se, diversamente connessi. Emerge un particolare cammino di vita, dove ognuno può ritrovare “briciole” della propria esistenza. Lontananza e vicinanza, condivisione ed evasione, spesso si accorpano e generano un’energia che sconvolge».

Nel video l’intervista a Gianpaolo Pasini:

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