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Carenza di medici nell’Alto Serio, messe in campo le prime risposte

Prime risposte al problema della carenza di medici nei comuni di Gandellino, Gromo, Valbondione e Valgoglio. Dopo l’assemblea pubblica del 14 febbraio, è seguito un incontro tra l’Agenzia di tutela della salute (Ats) e i medici che lavorano nel territorio dell’Alta Val Seriana e Val di Scalve. «Sono state vagliate tutte le ipotesi possibili per far fronte alla criticità derivate dalle dimissioni del dottor Giuliano Barcella», informa l’Ats in una nota. Da fine gennaio, nell’ambito dell’Alto Serio, è infatti rimasto un solo medico di base e 1563 cittadini sono senza un medico di riferimento.

«La Direzione sanitaria dell’Ats – prosegue il comunicato – ha raccolto la disponibilità di due medici di assistenza primaria titolari, i quali hanno acconsentito, attraverso la piattaforma “Ambulatori Diffusi”, ad assistere per un determinato numero di ore i cittadini dei quattro Comuni rimasti senza medico assegnato.  Il primo medico ha iniziato a prestare l’attività in data odierna; il secondo da settimana prossima metterà a disposizione determinate fasce orarie. Per prenotare un appuntamento, sia per visite sia per il rilascio di ricette per farmaci, occorre rivolgersi alle farmacie sul territorio, le quali attraverso il sistema implementato da Ats Bergamo possono visualizzare l’agenda del medico e fissare il giorno e l’ora del consulto. L’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Bergamo Est, vista la situazione creatasi in un territorio di sua competenza, ha provveduto a mettere a disposizione degli assistiti un Infermiere di famiglia e comunità, al fine di garantire un adeguato supporto, professionale e sanitario».

«Abbiamo voluto incontrare la cittadinanza e i Sindaci in assemblea pubblica, sia perché riteniamo doveroso ascoltare la loro voce, sia per cercare di individuare con tutti gli attori la migliore soluzione possibile – spiega Massimo Giupponi, direttore generale dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo -. Abbiamo recepito le istanze dei Sindaci e alcuni interessanti spunti giunti dai numerosi partecipanti, che ringrazio per essere intervenuti in maniera propositiva. Alcune ipotesi messe sul tavolo quella sera, ora sono certezze per i nostri assistiti, che continueremo a supportare per garantir loro l’accesso ai servizi sanitari. Per rendere operative queste soluzioni, è stato fondamentale l’apporto dei Sindaci dell’Ambito, che ringrazio: senza il loro coraggio e lo spirito innovativo dimostrato, non saremmo stati in grado di dare queste risposte, celeri e concrete».

«Il prezioso raccordo con i sindaci, unito al lavoro di squadra con Ats Bergamo e Asst Bergamo Est, sta portando un risultato che, benché non possa essere esaustivo del disagio creatosi a seguito della cessazione dall’incarico del dottor Barcella, è un passo importante per far fronte alle necessità di cura dei cittadini rimasti senza il medico di famiglia. Continueremo a lavorare ai tavoli istituzionali per portare ulteriori e migliori sviluppi a favore del territorio. Lavorare in squadra, ciascuno con il proprio ruolo, produce davvero risultati importanti», aggiunge Gabriele Cortesi, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asst Bergamo Est.

«Il progetto  è il frutto del lavoro di squadra, portato avanti ormai da 4 anni, dai nostri Comuni e dalle autorità competenti – sottolinea Sara Riva, sindaca di Gromo, a nome anche dei sindaci di Gandellino, Valgoglio, Valbondione -. Come abbiamo evidenziato in occasione dell’assemblea pubblica del 14 febbraio, alla strada della polemica abbiamo sempre preferito quella della collaborazione, invitando anche i cittadini al dialogo.  Questo, unitamente alle azioni concrete da noi intraprese, ci ha permesso di essere credibili di fronte ad Ats e Asst.  È alquanto inverosimile dover far fronte a un problema che non rientra direttamente nelle funzioni di un Sindaco ma, con molta schiettezza e discrezione e senza creare illusioni o false aspettative, abbiamo sempre lavorato per proporre soluzioni pragmatiche, nei limiti delle nostre possibilità. Si è infatti rivelato vincente il nostro progetto di supporto amministrativo che, nel 2020, ha agevolato ATS Bergamo nel trovare un medico e che, anche in questa occasione, si rivelerà un necessario rifermento per i nostri cittadini.  Cogliamo l’occasione per ringraziare Gabriele Cortesi, Presidente del Consiglio di Rappresentanza Bergamo Est e la dottoressa Flavia Bigoni, Presidente dell’Ambito territoriale 9 per aver continuamente portato le nostre istanze al tavolo permanente istituito tre anni fa così come il dottor Massimo Giupponi, Direttore Generale di ATS Bergamo, per lo sforzo nel ricercare la disponibilità dei medici, e questi ultimi per aver risposto all’appello, determinando una soluzione che solo una settimana fa pareva, a tanti, improbabile.  Accogliamo con piacere anche la comunicazione da parte di ASST, a firma del dott. Locati, relativa all’inserimento dell’infermiere di famiglia e di comunità.  Nel frattempo continuiamo a fare appello ai medici di medicina generale affinché accolgano la proposta di lavorare nel nostro territorio».

«L’Asst Bergamo Est dal 1° marzo metterà in atto una serie di attività aggiuntive volte a migliorare la situazione attuale, ben comprendo le esigenze del territorio – spiega Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Bergamo Est -. Ciò include un incremento del servizio offerto dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. (IFeC). Oltre alle visite domiciliari ci sarà la possibilità ogni venerdì dalle 8 alle 14, previo appuntamento, presso il punto erogativo di Gromo, in piazza Pertini 1, di incontrare gli IFeC, per la presa in carico di pazienti cronici e fragili con una serie di monitoraggi e valutazioni domiciliari di diversa natura fino ad essere indirizzati in maniera congiunta verso servizi territoriali adeguati. Attualmente l’azienda garantisce il mercoledì e il giovedì l’ambulatorio di Odontoiatria, il martedì quello otorinolaringoiatrico e il giovedì, ogni 15 giorni, quello vaccinale. Si sta inoltre pianificando la possibilità di aprire ambulatori infermieristici per prestazioni di base, soprattutto per le situazioni di maggiore complessità assistenziale».

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