Un’estate dedicata alle Moto Guzzi, nel centro storico di Clusone. In Largo Locatelli è allestita la mostra “Moto e motori” dedicata ai modelli e alla tecnologia della casa di Mandello del Lario. Un’iniziativa nata dall’idea di due appassionati, Attilio Petrogalli e Bortolo Balduzzi, capaci di portare nello spazio espositivo alcuni esemplari davvero unici.
«Un giorno sono andato a trovare il mio amico Bortolo Balduzzi a casa sua e sono rimasto meravigliato dalla sua collezione di motori. Gli ho subito proposto di esporli in una mostra. Ci siamo quindi dati da fare per dar forma all’idea», spiega Attilio Petrogalli. Il passo successivo è stato contattare altri appassionati di moto. «I proprietari dei modelli esposti sono tutti di Clusone – prosegue Petrogalli -. Per la maggior parte, sono moto storiche restaurate, ancora funzionanti».
«La passione per le moto, che poi si è trasformata in una sorta di malattia, è nata per me in giovane età – aggiunge Bortolo Balduzzi -. Ho cominciato a sistemare dei modelli per pura attrazione. In seguito, ho approfondito concetti sia tecnici che storici. Del resto, alla motocicletta sono ancorati fenomeni sociali anche di una certa rilevanza». Ad esempio, una delle moto esposte (un Guzzino B 65 del 1951) all’epoca venne condotta da Clusone a Loreto, nelle Marche, e ritorno.
Tra le moto esposte ci sono Un Guzzino A 65 del 1946, un Guzzino A Sport del 1946 con modifiche dell’epoca, uno Zigolo Lusso 98 del 1955, un Galletto 192 del 1954. Per venire a tempi più recenti, si può ammirare anche il prototipo Guzzi Rally del 1990 con cui Claudio Torri partecipò alla Parigi Dakar. In mostra non ci sono solo moto, ma anche una serie di motori, sempre firmati Guzzi. C’è pure un mezzo militare, il cosiddetto “Mulo meccanico”, nato proprio per sostituire il mulo degli alpini.
La mostra si potrà visitare fino alla fine di agosto dalle 16 alle 20 (chiuso martedì e mercoledì). L’ingresso è libero.
Abbiamo fatto un viaggio alla scoperta di alcuni modelli e motori esposti guidati da Attilio Petrogalli e Bortolo Balduzzi. Qui il video: