A Lovere si è concluso con successo il restauro della copertura e della facciata nord-ovest dell’ottocentesco Palazzo Tadini, gioiello dell’architettura neoclassica affacciato sul Lago d’Iseo. Costruito a partire dal 1820 e decorato con gli affreschi dello scenografo teatrale Luigi Dell’Era, il palazzo è ora sede della Galleria dell’Accademia Tadini e del Museo dell’Ottocento, dove si possono ammirare capolavori di Bellini, Canova e Hayez.
«In questo anno eccezionale per il nostro territorio, che ha visto Bergamo e Brescia insieme capitale della Cultura italiana, l’Accademia Tadini ha raggiunto obiettivi importanti – esordisce Roberto Forcella, presidente della Fondazione Accademia Tadini -. In particolare, grazie al prezioso contributo della Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “SOS Patrimonio”, abbiamo portato a termine il restauro della copertura e della facciata nord-ovest del palazzo, completando così gli interventi avviati nel 2018 con il sostegno del Comune di Lovere».
Il complesso e articolato progetto, nato dall’esigenza di una messa in sicurezza dell’edificio e del patrimonio artistico che vi è custodito, ha permesso alla Fondazione di restituire al palazzo il suo aspetto originario, aumentando inoltre la fruibilità degli spazi, che saranno poi destinati a un ampliamento del museo.
«Ringrazio la Fondazione Cariplo, il Comune di Lovere, l’Associazione amici del Tadini e i sostenitori privati – conclude Forcella – per aver condiviso i nostri valori e l’impegno nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione del nostro patrimonio architettonico e artistico, in una visione strategica di ampio respiro che ha visto coinvolti l’intero territorio e, in particolare, le giovani generazioni».
Salvaguardare le sale del museo, le sue collezioni e, soprattutto, garantire la fruibilità del patrimonio nel tempo, sono i risultati di un restauro complesso e impegnativo che, adottando la strategia del minimo intervento e privilegiando il recupero dei materiali, si inscrive in una visione di ampio respiro improntata anche alla sostenibilità ambientale.
Con un approccio globale, l’equipe di lavoro costituita da professionalità diverse (storici dell’arte, restauratori, architetti) ha raggiunto l’obiettivo di garantire una maggior sicurezza sia strutturale, sia di tenuta all’acqua del palazzo, il Museo storico più antico dell’800 lombardo dopo Brera, che attrae ogni anno circa 10 mila visitatori, luogo di studio e di formazione per i giovani e per le scuole e spazio di incontro per la comunità, che ospita importanti realtà operanti sul territorio, come la scuola di disegno, le attività musicali con i corsi di pianoforte, violino, violoncello, chitarra e coro.
Il progetto di rifacimento della copertura, inoltre, è la necessaria premessa per la riqualificazione degli spazi del sottotetto, che permetterà di estendere la superficie espositiva e, quindi, di ampliare l’offerta culturale, favorendo così la riappropriazione del museo da parte della comunità locale e del pubblico più ampio. Inoltre, questo restauro si configura come il punto di avvio per progettare nuovi interventi sul bene architettonico che consentiranno di migliorare e di ampliare la fruizione di questo inestimabile patrimonio di arte e di storia.
«Il progetto “Un museo al centro della comunità” – spiega Marco Albertario, Direttore dell’Accademia Tadini – rappresenta un importante cantiere di studio, che ci ha restituito una migliore conoscenza dell’edificio individuando le strutture lignee storiche, quali le antiche capriate inglobate oggi nelle pareti divisorie delle aule di musica sottostanti, le coloriture originali, le conformazioni degli archi laterali in facciata. Informazioni preziose sulla struttura del palazzo e sul suo aspetto, in molti casi utili anche per proseguire nelle necessarie attività di conservazione programmata che coinvolgono l’edificio e le collezioni. Questa prospettiva improntata ad un’azione costante di cura e di valorizzazione nasce dalla consapevolezza dell’importanza del Museo per la comunità e del suo impatto sociale, economico e culturale sul territorio».
Le diverse fasi di cantiere sono state affiancate da una serie di attività didattiche e di iniziative culturali rivolte alla comunità e soprattutto al pubblico dei più giovani. In particolare, sono stati attivati corsi di formazione per gli operatori museali e percorsi per le competenze trasversali con le scuole del territorio. Lo scorso 20 ottobre sono stati 88 gli studenti che hanno partecipato all’incontro di formazione con i professionisti: il diagnosta, l’architetto, lo storico dell’arte, con l’intento di ampliare le loro competenze e soprattutto di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto ai temi della tutela, della conservazione e del ruolo del patrimonio artistico nella costruzione dell’identità individuale e collettiva.