Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano per la 32esima volta in tutta Italia le Giornate Fai di Primavera, la due giorni dedicata al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. La conferenza stampa di presentazione delle Giornate Fai di Primavera 2024 in provincia di Bergamo
si è tenuta nello Spazio Viterbi della Provincia e vedrà protagonista anche la media Valle Seriana: dopo l’esperienza a Gazzaniga nel 2023, quest’anno sarà protagonista Pradalunga.
Per Pradalunga la storia industriale è assai antica, ma non legata al tessile, come in buona parte del territorio seriano. Le pietre coti estratte dalle cave del monte Misma hanno dato da vivere per secoli agli abitanti di questa comunità pressoché priva di aree pianeggianti adatte alla coltivazione. A testimoniare la lunga tradizione produttiva è il Museo delle pietre coti, che aprirà per la prima volta le sue porte proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera.
Un museo vivo e reale: si tratta dell’ultima fabbrica laboratorio operante a Pradalunga fino al 2022, di recente acquisita dal Comune. Ci avvicineremo a ogni fase dell’estrazione e della lavorazione della pietra coti, ai suoi innumerevoli e sorprendenti utilizzi, oltre a scoprire che Pradalunga era al centro del mondo, con commerci che la proiettavano in nazioni che nessuno può immaginare. Che cosa d’altro poteva offrire Pradalunga ai suoi abitanti? Acqua e boschi, o meglio castagni. La sorgente Morina, oggi captata dall’acquedotto, dà il nome all’omonima casa di pregevole fattura costruita nel 1860 a testimonianza del fermento edilizio generato dalla ricchezza derivante dal commercio delle pietre coti, ma anche del sottaciuto intento di controllare il lavoro nelle vicine cave.
La famiglia Morotti apre le porte di Casa Morina, incastonata alle falde del Monte Misma, ma soprattutto i cancelli dell’area verde in cui ci attenderanno gli amici dell’associazione castanicoltori del Misma per accompagnarci al vicinissimo castagneto secolare e darci l’opportunità di approfondire la conoscenza della coltivazione delle castagne, attività per secoli fondamentale dal punto di vista economico ed alimentare per la zona. Montagna, castagne, boschi, cave, attività lavorative faticose e non prive di rischi. Non stupisce che sin dal ‘600 gli abitanti di Pradalunga abbiano cercato aiuto e protezione costruendo un santuario che assunse la denominazione “della neve” a seguito di un’apparizione ai minatori delle vicine cave. Meglio noto come Santuario della Madonna della Forcella è riccamente decorato in stile Liberty dopo l’ampliamento eseguito tra il 1910 e il 1915. La strada costruita nel 1962 ha solo parzialmente intaccato l’isolamento garantito fino ad allora dall’accesso solo con due mulattiere. Collocato a 630 metri di altezza il santuario è in posizione panoramica, lungo l’antico collegamento che congiungeva Pradalunga con le cave di estrazione delle coti. Uno splendido esempio di devozione popolare, arricchito da ex voto di pregio, che rievocano i pericoli del mestiere del cavatore e dei loro giovanissimi collaboratori. Partner fondamentali in questo racconto seriano saranno gli apprendisti ciceroni dell’indirizzo turistico dell’Istituto Fantoni di Clusone.