I cent’anni degli alpini di Clusone sono saliti sul palcoscenico a Clusone. Al teatro “Monsignor Tomasini” uno spettacolo teatrale ha raccontato il secolo di storia del gruppo, tra narrazione e musica. Una rappresentazione di forte impatto, capace di catturare ed emozionare, nell’intreccio tra vicende locali e nazionali, con al centro il profilo delle penne nere.
“Un uomo chiamato alpino” è uno spettacolo scritto e diretto da Luca Giudici, in scena con Roberto Squinzi. «Abbiamo cercato di raccontare la storia degli alpini, degli alpini di Clusone in particolare, nella maniera più semplice e veritiera possibile – spiega Luca Giudici -. Siamo partiti da uno studio storico iniziato con la nascita degli alpini, datata 1872. Abbiamo raccontato la Prima Guerra Mondiale, la ritirata di Russia, fino ad arrivare a quello che hanno saputo fare i nostri alpini, a come si sono spesi, anche durante il periodo del Covid».
La forza dello spettacolo sta anche nella musica e nei canti, a cura di di Mauro Ghilardini, Franz Maffeis e Giorgio Sala. «Ci è stato chiesto di riprendere i canti alpini e lo abbiamo fatto in tre modalità diverse – sottolinea Mauro Ghilardini -: una riprende il classico modo di cantare alpino, l’altra è un po’ più classica con accompagnamento al pianoforte, la terza più folk. L’idea è stata tentare una sorta di centenario da un punto di vista esecutivo e di arrangiamento anche con la musica».
«Per il nostro centenario – spiega Alberto Girola, consigliere del gruppo alpini di Clusone – abbiamo voluto uno spettacolo che raccontasse la nostra storia e crediamo sia uscito un bel lavoro».