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Tragico inizio d’ottobre sulle strade bergamasche e bresciane. Bettoni: «Servono più controlli»

Foto di repertorio

Ottobre è iniziato con cifre tragiche sulle strade bergamasche e bresciane. In sette giorni, sei morti in incidenti, quattro dei quali giovanissimi. Primi a perdere la vita in apertura di mese un motociclista di 20 anni dopo schianto contro auto; un ragazzo di 16 che aveva perso il controllo del ciclomotore e un altro motociclista di 58 anni finito nottetempo in un canale, tutti e tre del Bresciano. Ad Almenno San Bartolomeo, nell’impatto contro un’auto muore uno scooterista di 53 anni, di Sant’Omobono Terme. Sabato 5 ottobre, dramma a Levate dove un ragazzo di soli 17 anni finisce sotto un fugone e muore sotto gli occhi del padre. Infine, nella serata di lunedì 7, sulla A4, tra Palazzolo e Rovato, perde la vita una giovane di 24 anni, coinvolta con la sua auto in un incidente con più veicoli. E una settima vittima sulla strada la si è avuta a Filago, dove un uomo di 77 anni è deceduto forse per malore.

«Il bilancio di questi primi giorni ottobrini lascia senza parole e con un carico di domande che si ripropongono ogni volta che si parla di sicurezza sulle strade, anche alla luce del lungo iter verso la revisione del Codice della strada – riflette il presidente dell’Aci di Bergamo, Valerio Bettoni -. C’è da riflettere su una cifra costante che è di tremila morti all’anno, cifra comprensiva di tutti gli utenti della strada: automobilisti, motociclisti, ciclisti, conducenti di monopattini e pedoni. Per l’anno 2050 l’Onu si è imposta il traguardo alto delle “zero vittime sulla strada”. Come obiettivo intermedio c’è quello di dimezzare le vittime della violenza stradale conteggiata in 1,19 milioni di vittime nel mondo».

Ma restiamo nel presente. Quali sono i mezzi per aumentare la sicurezza sulle strade già adesso?. «Noi dell’Aci di Bergamo – risponde Bettoni – da anni teniamo corsi di formazione per gli studenti in vista anche del conseguimento della patente di guida. Ci sono due misure però che restano fondamentali, anche perché efficacemente sperimentate altrove. Anzitutto, l’uso della tecnologia per scoraggiare gli eccessi di velocità, prima causa degli incidenti. La seconda misura è l’intensificazione dei controlli delle forze dell’ordine, ancor più laddove sono molto carenti o occasionali, anche su strade ad alto scorrimento di traffico. Si potenzino gli organici: la vigilanza è un forte mezzo di persuasione e al tempo stesso di protezione dell’incolumità generale. Nessuno nasce virtuoso, ma la certezza della sorveglianza – meccanica o umana – contribuisce certamente a esserlo. È la responsabilità a esigerlo in nome della sicurezza di tutti, che è un obiettivo da sempre nelle finalità dell’Aci».

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