Due petizioni, una per il sì e l’altra per il no. Si sfidano a colpi di firme sul web, attraverso la piattaforma change.org. Il nodo del contendere è il progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola. Un progetto che sta facendo molto discutere ed è destinato ad alimentare il confronto ancora a lungo.
La petizione per il no è stata lanciata il 26 dicembre dal collettivo Terre Alt(r)e, nato proprio per opporsi al collegamento fra le due stazioni sciistiche. In pochi giorni sono già state superate le 3500 firme. Nel testo che accompagna la petizione vengono riassunte le ragioni del no, esposte già in un’assemblea pubblica a fine novembre a Clusone. Oltre alle tematiche ambientali ed economiche, secondo i promotori «l’opera non risponde al problema dello spopolamento e l’incremento del turismo di massa creerebbe ulteriori disagi alle infrastrutture della valle. L’aumento dei prezzi degli immobili inoltre, renderebbe inaccessibile alle persone delle valle l’acquisto e quindi la permanenza sul territorio. Verrebbe lasciato di fatto invariato il chilometraggio totale delle piste e reso l’accesso ai rifugi dal lato di Lizzola più difficoltoso, in quanto non verrebbe inserito un intermedio».
«Chiediamo – è la conclusione – che il progetto così come presentato sia interrotto, che siano individuate, in collaborazione con le realtà dei territori risposte più lungimiranti e rispettose dell’ambiente dei territori montani, per garantire servizi essenziali valorizzando l’esistente con costi molto più contenuti rispetto a quelli ipotizzati per il collegamento». Il collettivo Terre Alt(r)e, insieme al coordinamento ambientalista Orobievive, al Comitato Val di Scalve “Comprensorio: NO grazie” e al gruppo Facebook Val di Scalve “Non solo montagna” ha promosso un’altra serata dedicata al tema, in programma venerdì 3 gennaio alle 20 alla sala cinema di Vilminore di Scalve. Qui il servizio di Antenna2:
La petizione per il sì, sempre su change.org, è stata invece lanciata oggi, lunedì 30 dicembre, dal sindaco di Valbondione Walter Semperboni. Nel testo che l’accompagna si legge: «La Valle Seriana si sta spopolando e le varie associazioni ambientaliste si permettono di dire no al Progetto di Comprensorio. Non si può leggere nello statuto di un’associazione, Orobievive, l’essere nati per bloccare il Comprensorio sciistico, senza avere nessun altro progetto che rilanci la Vallata. Come spunto al no, dicono che oramai le precipitazioni nevose sotto una certa quota saranno sempre minori, non volendo capire che gli impianti sciistici servono a destagionalizzare il turismo e per dare la possibilità ad anziani e diversamente abili di poter godere delle nostre montagne».