Nella chiesa parrocchiale di Cerete Basso da qualche giorno si può ammirare la nuova creazione degli “Amici del presepe”. La Natività, questa volta, è ambientata nel contesto della Diga del Gleno, in Val di Scalve. Un’esatta riproduzione in scala della struttura che, purtroppo, il 1° dicembre 1923 crollò in parte causando la morte di centinaia di persone. Un presepe dedicato al ricordo, dunque, ennesima tappa del viaggio che i volontari di Cerete hanno intrapreso più di trent’anni fa con le riproduzioni di alcuni dei monumenti e luoghi più iconici della Bergamasca, ma anche d’Italia.
«Il centesimo anniversario del crollo della diga del Gleno, lo scorso anno, ci ha portato un po’ tutti a vedere i resti della struttura. Da qui è nata l’idea di riprodurla – spiega Fiorenzo Savoldelli, che guida gli “Amici del presepe” -. È stato anche un modo per andare in Val di Scalve, un territorio finora mai entrato nei nostri presepi. Questo plastico verrà poi donato alla comunità della Val di Scalve ed entrerà a far parte del Museo della diga del Gleno che verrà realizzato a Vilminore».
Gli “Amici del presepe” hanno voluto rappresentare la diga appena terminata, com’era prima del disastro. «Grazie a un libro del 1924 – prosegue Fiorenzo Savoldelli – abbiamo avuto a disposizione i disegni, le sezioni e i prospetti che mostravano la diga completa. Abbiamo preferito rappresentarla così. Solo un leggero segno rosso delinea la parte crollata».
Come sempre, nel presepe c’è tanta attenzione ai dettagli. «Abbiamo voluto ricreare ciò che c’era all’interno del cantiere. Grazie a delle foto storiche, abbiamo ricostruito le baracchi degli operai, dove c’erano anche le donne che preparavano i pasti. Ci sono due ponteggi con muratori, barelle, casse di malta, vagoncini per trasportare il materiale, il cemento e la calce. Abbiamo inoltre inserito più di cento statuine in scala 1:80, alte poco più di 2 centimetri. Le nostre donne sono state bravissime a crearle. Ci sono gli operai, il capo cantiere, il signor Viganò, committente della diga. L’unica cosa che non esisteva nella realtà, ma che abbiamo voluto richiamare, è un obelisco che ricorda le 359 vittime, con l’ora e la data del disastro: le 7.15 del 1° dicembre 1923».
Il presepe si può visitare tutti i giorni dalle 10 a mezzogiorno e dalle 14 alle 19, nella chiesa parrocchiale di Cerete Basso. Resterà allestito fino alla festa patronale di di San Vincenzo Martire, a fine gennaio. In quell’occasione, gli Amici del presepe organizzeranno anche un concerto.