Ormai da diversi anni, il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ma le tematiche ad essi legate sono sempre attuali e la lotta a queste forme di violenza passa attraverso un attento lavoro di prevenzione e informazione. Lo sa bene l’amministrazione comunale di Cazzano Sant’Andrea, che in collaborazione con il Comando dei Carabinieri di Gandino, ha presentato lo scorso giovedì (27 marzo) una serata aperta al pubblico e dedicata a questo fenomeno.
Tra i relatori il comandante della stazione dei Carabinieri di Gandino Matteo Scatena, l’avvocata Roberta Mosconi e la psicologa Giulia Bergamelli. Ciascuno ha esposto il tema dal proprio punto di vista professionale, a cominciare da una visione generale del fenomeno per poi descrivere come si sviluppa, quali sono i suoi protagonisti e le sue cause e conseguenze sia per le vittime che per i bulli. Forte anche la partecipazione del pubblico, che si è dimostrato sensibile al tema arricchendo gli interventi degli esperti con diversi spunti di dibattito.
Denominatore comune la raccomandazione alle vittime, da parte degli esperti, di comunicare il proprio malessere per consentire agli organi incaricati di poter intervenire tempestivamente, prima che la situazione possa degenerare nei molti casi che, purtroppo, ancora riempiono le pagine di cronaca.
Nonostante la prevenzione il fenomeno del bullismo e, recentemente, quello del cyberbullismo, mostrano dati allarmanti: le ricerche parlano di un’incidenza del 40% in Italia, con picchi in età giovanile e negli ambienti scolastici, dove i ragazzi trascorrono buona parte delle proprie giornate. Non solo però nelle scuole il bullismo viene messo in atto. Questo e altri diffusi luoghi comuni sono stati descritti nel corso della serata, ad esempio quello secondo cui il fenomeno accada principalmente nella popolazione maschile. I dati suggeriscono infatti che anche tra le ragazze avvengono specifici episodi di violenza intenzionale, anche se più indiretti e subdoli. Un altro dato significativo è quello che evidenzia l’abbassamento dell’età media in cui si verificano episodi di bullismo, tendenzialmente attestata nella fascia preadolescenziale intorno ai dieci anni.
Vi sono poi specifiche distinzioni tra le diverse categorie di bullismo, da quello fisico a quello verbale per arrivare a quello indiretto, che si manifesta con l’esclusione della vittima dal contesto del gruppo provocando forti danni all’autostima. Allo stesso modo sono stati analizzati i differenti tipi di vittime e di carnefici, sottolineando che molto spesso anche il bullo è a sua volta vittima di un sistema disfunzionale nell’ambiente familiare, troppo permissivo o, viceversa, troppo severo.
Ad aggravare ulteriormente un fenomeno già difficile da controllare si aggiunge infine un sistema normativo che in Italia ancora non prevede il reato di bullismo. In questo modo, come ha spiegato l’avvocata Mosconi, gli episodi di bullismo devono essere ricondotti ad altre tipologie di reato, da quelli legati alla violenza fisica e verbale alle molestie, con una distinzione fondamentale a seconda che i soggetti coinvolti siano maggiorenni o minorenni.
Comprensibilmente, dal punto di vista giuridico molti casi subiscono importanti lungaggini e anche per questo diventano fondamentali un’adeguata informazione e prevenzione sul tema, oltre alla sinergia tra gli enti presenti sul territorio: dalle forze dell’ordine agli specialisti come psicologi e assistenti sociali per risolvere situazioni di disagio prima che abbiano conseguenze irreversibili.
Il servizio di Antenna2 con le interviste ai protagonisti della serata: