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Alpini per gli altri: il Premio dell’altopiano a Italo Ferri

Da sinistra, Marco Caprioli, Italo Ferri, Emanuele Barzasi e Stefano Zanoletti

«Ricordare i morti, aiutando i vivi». Le parole di Leonardo Caprioli da trent’anni danno corpo e significato all’intergruppo degli alpini della Zona 17. L’appuntamento, infatti, non è solo un raduno, ma con il “Premio dell’altopiano” vuole essere anche un’occasione per riconoscere l’impegno di chi si dedica agli altri, in pieno spirito alpino.

È stato così anche quest’anno. A fare gli onori di casa, il gruppo di Cerete Alto, nel quarantesimo di fondazione. Una festa condivisa dagli altri gruppi della Zona 17: Cerete Basso, Clusone, Fino del Monte, Onore, Presolana, Rovetta, San Lorenzo e Songavazzo. Non sono inoltre mancate Penne nere da fuori zona, con i loro gagliardetti. In sfilata, naturalmente, anche il vessillo della sezione di Bergamo e persino quello della sezione del Sudafrica. 

Il corteo, accompagnato dalla fanfara alpina di Scanzorosciate, ha preso le mosse dalla chiesa di Novezio per dirigersi verso Cerete Alto. In testa, sindaci e amministratori dei sette comuni della Zona 17. Nella piazzetta del paese l’alzabandiera e gli onori ai Caduti. Infine, sul sagrato della chiesa parrocchiale, i discorsi delle autorità, aperti dai saluti del capogruppo di Cerete Alto Stefano Zanoletti, e la consegna del trentesimo “Premio dell’Altopiano”.

Il riconoscimento, ha spiegato il coordinatore della Zona 17 Emanuele Barzasi, viene assegnato ogni anno «a una persona o un’associazione che si è distinta nel campo del volontariato, della solidarietà e nello spirito associativo dei nostri paesi». Un premio in ricordo di Leonardo Caprioli, “il presidentissimo”, bergamasco presidente dell’Associazione nazionale alpini dal 1984 al 1998 (ultimo reduce di guerra in carica). Una figura capace di marcare una svolta nella storia dell’Ana. «Col suo motto “Ricordare i morti, aiutando i vivi”, ha impresso in tutti noi alpini lo spirito comunitario e di aiuto verso il prossimo», lo ha ricordato Barzasi.

È stato il figlio di Caprioli, Marco, a consegnare il riconoscimento a Italo Ferri, alpino di Cerete Alto, premiato «per il costante impegno dimostrato verso le varie associazioni del paese e del territorio». Marco Caprioli ha aggiunto: «Voglio fare i complimenti a Italo, perché ha saputo incarnare appieno ciò che mio padre ci ha insegnato per tutta la vita. Il suo impegno più profondo era essere un galantuomo nel senso più nobile del termine: una persona dedita agli altri, guidata da uno spirito giusto e autentico. Lo ringrazio perché continua a dare vita a questo ideale. Mi auguro che riesca a trasmetterlo, così come spero che tutti noi possiamo farlo, ai nostri figli e alle generazioni future. Perché questo, forse, è il messaggio più bello: onorare i morti aiutando i vivi, e soprattutto tramandare questo valore a chi verrà dopo di noi».

Nei confronti degli alpini, le parole di stima della sindaca di Cerete, Cinzia Locatelli: «Siete capaci da sempre di farvi interpreti e custodi di sentimenti di autentica solidarietà e disponibilità generosa nei confronti di chi ha bisogno di aiuto, guidati da un radicato senso di appartenenza al paese». 

Ha espresso gratitudine anche il consigliere regionale Michele Schiavi: «Ogni anno sapete ricordare quanto è importante essere alpini con manifestazioni come queste che sono una grande occasione per tutto il nostro territorio di conoscere e di riscoprire valori importanti».

In chiusura, il sentito ricordo di Leonardo Caprioli, da parte di Massimo Gotti, vicepresidente della sezione di Bergamo. 

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