Niente quorum per i referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza. La giornata di lunedì non ha invertito la tendenza già emersa chiaramente domenica: l’affluenza è rimasta ben lontana dalla soglia del 50%, necessaria per la validità della consultazione. Non ha fatto eccezione la provincia di Bergamo, dove è andato a votare poco meno del 29% degli elettori, dato inferiore al 30% nazionale.
Il comune dove si è votato di meno è stato Vigolo, con il 12,53%, seguito da Foppolo con il 13,87%. Seguono tre comuni della nostra zona – Azzone, Valgoglio e Schilpario -, dove l’affluenza si è attestata poco al di sotto del 15%. Il comune con la percentuale più alta di votanti è stato invece Oltressenda Alta, con il 46,72%. A seguire Roncobello (43,72%), Castro (38,37%) e Torre Boldone (37,56%).
Di seguito le percentuali di alcuni dei comuni più grandi del nostro territorio (ci possono essere leggere variazioni tra un referendum e l’altro, perché qualcuno decide di non ritirare tutte le schede): Albino 29,54%, Alzano Lombardo 32,28%, Ardesio 21,41%, Castione della Presolana 16,29%, Cene 23,49%, Clusone 24,92%, Costa Volpino 25,52%, Endine Gaiano 20%, Gandino 21,16%, Gazzaniga 25,62%, Leffe 23,36%, Lovere 31,56%, Nembro 33,04%, Pradalunga 30,05%, Ranica 34,04%, Rogno 24,53%, Rovetta 25,02%, Sovere 26,04%, Vertova 20,18%.
I referendum abrogativi riguardavano il contratto a tutele crescenti, le norme sui licenziamenti nelle piccole imprese, la sicurezza sul lavoro, i contratti a termine e la riduzione del periodo necessario a richiedere la cittadinanza per i cittadini extra Unione europea. Nonostante il mancato quorum, lo spoglio delle schede è stato effettuato comunque. In Bergamasca i quesiti sul lavoro hanno visto prevalere nettamente i Sì, con percentuali sopra l’85%. Fa eccezione, invece, il referendum sulla cittadinanza, dove il Sì ha prevalso con poco più del 65%. Ma i risultati, vista l’affluenza, hanno mero valore statistico.
