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Rsd di Piario, il Pd porta il caso in Regione

Arriva fino in Regione la vicenda della Residenza sociosanitaria per disabili (Rsd) di Piario. I consiglieri bergamaschi del Partito democratico, Jacopo Scandella e Davide Casati, hanno depositato un’interrogazione scritta alla Giunta per chiedere aggiornamenti sulla situazione della struttura, chiusa agli utenti da oltre 4 mesi in attesa che inizino i lavori di ristrutturazione.

«Si tratta di una situazione che sta generando preoccupazione tra gli amministratori e malcontento tra le famiglie e i dipendenti che, da quando la Rsd è stata chiusa, si trovano a doversi spostare a Bergamo per usufruire del servizio – spiegano Scandella e Casati -. Nonostante le rassicurazioni di Ats (Agenzia di tutela della salute, ndr) in merito ad un cronoprogramma che avrebbe dovuto essere reso noto, alla data del 20 ottobre nessuno sapeva quando sarebbero partiti i lavori e per questo chiediamo all’assessore di ragguagliarci su eventuali novità in merito».

La Rsd di Piario è chiusa dal 17 giugno. L’attività, che coinvolge una trentina di ospiti e una cinquantina di lavoratori (medici, infermieri e operatori), è stata trasferita provvisoriamente alla Fondazione Carisma di Bergamo per consentire l’adeguamento antisismico della struttura. Ma finora i lavori non sono ancora partiti. Nelle scorse settimane, la presidente dell’Ambito territoriale sociale della Valle Seriana Superiore e Val di Scalve Flavia Bigoni e il sindaco di Piario Francesco Zanotti avevano espresso preoccupazione per il mancato avvio del cantiere. Era seguito un incontro con i vertici dell’Ats, senza che però venisse fornita una data certa per l’inizio delle opere.

«Il rispetto dei tempi negli interventi di edilizia sanitaria è fondamentale – sottolineano ancora i consiglieri regionali – soprattutto in casi come quello della Rsd di Piario che è un riferimento fondamentale per le famiglie del territorio. Regione Lombardia ha il compito di garantire una programmazione ed esecuzione efficace degli interventi».

Nell’interrogazione, Scandella e Casati evidenziano che il protrarsi della situazione «ha di fatto ricadute concrete sulla qualità della vita degli ospiti, sulla sostenibilità organizzativa e psicologica delle famiglie, che faticano a mantenere contatti regolari con i propri cari, nonché sull’operato del personale e sulla loro concreta disponibilità a sopportare il disagio degli spostamenti su Bergamo».

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