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Albino: Sant’Anna in festa per il 500esimo del monastero

Era il 10 dicembre 1525 quando le prime due Carmelitane del monastero di Sant’Anna di Albino vestirono l’abito religioso, primo passo dopo l’approvazione della sua fondazione avvenuta il 7 maggio 1525 a Mantova. A cinquecento anni esatti da quella data prendono il via una serie di proposte che fino al 6 gennaio 2026 accompagneranno il periodo natalizio albinese. La parrocchia di San Giuliano, con questa iniziativa vuole fare memoria di una storia tuttora viva, intessuta da tante piccole e grandi storie che hanno profondamente segnato un luogo e una comunità.

Tutti gli appuntamenti del cinquecentenario si terranno ad Albino nella chiesa di Sant’Anna, con accesso da via Mazzini. L’ingresso è libero. Mercoledì 10 dicembre alle 20.30, incontro con don Ezio Bolis su “Il carisma Carmelitano, dono per la Chiesa di ieri e di oggi”. Presbitero, Ezio Bolis è docente stabile ordinario di storia della spiritualità e teologia spirituale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano e insegna, inoltre, a Bergamo, presso il Seminario, l’Issr e l’Università statale. è direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo, membro di diversi centri di studio e ricerca nell’ambito della spiritualità cristiana, consultore del Dicastero per la dottrina della fede e del Dicastero delle cause dei santi. Ha al suo attivo svariate pubblicazioni scientifiche; la sua attività accademica si distingue in particolare per l’attenzione alla storia e alla teologia della spiritualità. Citiamo infine l’ultimo suo libro, «Teologia spirituale. La scienza dei santi», potremmo dire complementare al tema dell’incontro di Albino.

Venerdì 12 dicembre, alle 18, “Aspettando Santa Lucia”, già dal 1° dicembre si possono consegnare in chiesa le letterine a Santa Lucia. Domenica 14 dicembre, alle 16, “Concerto di musica classica del Duo Sacchetti-Bussola”: Irene Sacchetti flauto traverso, Fabio Bussola chitarra. Sabato 20 dicembre, alle 16, “L’esperienza delle «Suore di Sant’Anna»”, incontro con suor Annalena Stella dell’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù. Albino fu la sua prima destinazione, lo ricorda come «Una università di comunità», vi restò per 17 anni.

Martedì 23 dicembre, alle 16.30, inaugurazione di “Presepiando” a cura dell’associazione “Arte sul Serio”, esposizione di natività e presepi scolpiti nel legno da Angelo Gamba. L’allestimento, ospitato nel coro (chiesa cinquecentesca), sarà visitabile fino al 6 gennio 2026. Mercoledì 24 dicembre, alle 20.30, ritrovo e partenza della “Fiaccolata di Natale”. Sabato 27 dicembre, alle 16.30, concerto del coro “Intelletto d’amore”, promosso dall’assessorato alla cultura del Comune di Albino. Il coro è composto da persone per le quali la classificazione di “disabile” o “non disabile” è irrilevante; al centro sta la passione per la musica e per la coralità. Sabato 3 gennaio 2026, alle 16, visita guidata e presentazione delle pubblicazioni a stampa: la piccola guida “La chiesa di Sant’Anna” di Giampiero Tiraboschi; “Un dono per tutti noi. Suor Luisa Ravasio” di Vera Bonaita.

“Ciò che emerge nei cinque secoli di storia vissuta è il profondo significato culturale che le istituzioni fiorite in questo comparto edilizio hanno rappresentato per la comunità di Albino, contribuendo in qualche misura a delinearne l’identità -racconta lo storico Giampiero Tiraboschi-. Il monastero di Sant’Anna è un luogo dello spirito. Ha accolto nel corso del tempo giovani esistenze aperte alla trascendenza, che hanno accettato la sfida di un cammino personale e comunitario alla ricerca del proprio Signore. Silenziose testimonianze nascoste, ma nel cuore della città, hanno vissuto l’avventura misteriosa dello spirito, ciascuna nella misura della propria docilità alla grazia divina. Il patrimonio spirituale di cui sono state portatrici è strettamente legato al segreto di ogni vita religiosa e, nella maggioranza dei casi, ha lasciato esigue tracce nei documenti affidati alla storia. Il monastero ha accolto anche giovani vite approdate alla scelta religiosa quasi come un destino ineluttabile coltivato dalla famiglia, i cui progetti avevano profondi influssi sui figli. La fatica e i drammi di possibili scelte indotte si sono però consumati nel silenzio, sublimati dall’esperienza religiosa o coartati dalla irreversibilità della scelta compiuta. Un filo misterioso, lega ancora oggi silenziose individualità a questo luogo: le porte della chiesa di Sant’Anna spalancate sulla “Piazza” sono l’invito a un incontro che avviene, per chi vuole, nella dimensione della fede; una debole fiammella in un mondo che sembra talora privo di senso e di speranza. Se il complesso monastico di Sant’Anna, fagocitato dalle spinte urbanistiche di un mondo pragmatico, ha perso la sua dimensione profetica di segno, possa rimanere almeno la memoria di ciò che ha rappresentato per numerose generazioni, con il monito a non dimenticare, oltre i beni materiali, la dimensione dello spirito”.

Il monastero carmelitano femminile venne soppresso (soppressioni napoleoniche) il 21 giugno 1798. Nel 1852 Giovanna Macchi, che gestiva a Milano una casa per accogliere le giovani “pericolanti”, acquistò gli edifici del monastero di Sant’Anna, li fece restaurare e vi trasferì le sue giovani; aprì anche un convitto per le fanciulle benestanti di Albino e dintorni. Dopo tre anni, l’11 agosto 1855, il convento venne acquisito all’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù, conosciute ad Albino come “Suore di Sant’Anna”, votate all’educazione. Negli ampi spazi trovarono casa l’asilo infantile, le scuole elementari, le scuole medie (che ad Albino ancora non c’erano) e l’oratorio femminile dove nacque la squadra di basket femminile Edelweiss, tuttora in attività.

Nel 2000 l’Istituto offrì il complesso monastico al mercato immobiliare e trasferì le attività didattiche della “Scuola Sant’Anna” – già da qualche anno gestita da una cooperativa di genitori, la “Nuovi Orizzonti” – al convento dei Frati Cappuccini, sempre ad Albino, segno ancora presente di un antico impegno con la scuola bilingue primaria e secondaria di primo grado. Attualmente le chiese di Sant’Anna, cinquecentesca e settecentesca, sono sussidiarie della parrocchiale di Albino; la parte a valle del monastero, ora soggetta a lavori per la realizzazione della “Casa di comunità”, è di proprietà comunale; anche la restante parte presto lo diventerà, come dichiarato dall’amministrazione municipale, e verrà restaurata a fini abitativi e culturali (housing sociale, sede Complesso bandistico, centro moroniano…).

“È vero che in passato le suore erano numerosissime, ma è altrettanto vero che i monasteri raccoglievano anche ragazze nobili, quasi obbligate a entrare in convento perché non potevano figurare nell’eredità di famiglia. Ma accanto a questo abbiamo delle splendide figure di ragazze, giovani, donne, che nel nascondimento hanno vissuto (e vivono) una vita ascetica, anche coraggiosa.
Le monache di Albino erano un po’ “figlie” di Santa Teresa d’Avila che aveva riformato l’ordine del Carmelo facendolo diventare ancora più austero -spiega il parroco di Albino don Giuseppe Locatelli-. Ricordo il vescovo Oggioni (Vescovo di Bergamo dal 1977 al 1991) che in uno dei suoi incontri, in un cineteatro gremito da 650 giovani, a fronte di una domanda di una ragazza riguardo alla vocazione, sottolineava un aspetto che avevo trovato interessante. In quegli anni il rischio per una ragazza era che andasse a cercare una vocazione che piaceva a lei, che sentiva molto vicina a un preciso stile di vita. Nella sua risposta, il Vescovo, aveva messo molto in discussione questo aspetto e disse: «Se una vocazione è una vocazione non sta a noi stabilire che vocazione sia, per che cosa, a che scopo, di vita attiva o contemplativa». Aveva messo questo punto facendo diventare il discorso sulla vocazione molto austero.
In seguito, ricordo di due ragazze che, dopo aver fatto esperienza in vari ordini religiosi di vita attiva, alla fine, prima una e poi l’altra entrarono in clausura. Questo per dire come anche quella precisazione del vescovo Oggioni sia servita a chiarire un po’ di più il valore e la serietà di una vocazione”.

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