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Ricordi di un tempo: com’era Clusone

È difficile per le nuove generazioni riuscire a immaginare come fosse un paese di provincia molto tempo prima. Infatti i ragazzi di oggi sono abituati a studiare il passato di tutto il mondo, ma non quello del territorio più vicino. Che aspetto aveva Clusone sessant’anni fa? Come si viveva? Ne abbiamo parlato con una signora che ha trascorso l’infanzia e la giovinezza in un paese (e immersa in una cultura) che ormai non esiste più. La nostra passeggiata è iniziata in Piazza Martiri della Libertà, camminando è emersa una città e una cultura ormai coperta dall’intonaco e da nuovi edifici. Ecco il suo racconto accompagnato dagli scorci della cittadina.

Clusone, via Mantegazza«Quando lavoravo al Mantegazza questo era l’ingresso di un viale che si apriva su una sorta di porticato che ricordava la  forma di un chiostro che poi ritornava sulla strada pochi metri più avanti. Adesso, invece, è stato chiuso ai passanti».

Clusone, Palazzo Marinoni Barca, ingresso sala Legrenzi«Ricordo che il Palazzo Marinoni Barca era una casa di riposo dove, d’inverno dopo la scuola, io e le mie sorelle andavamo a prendere un po’ di minestra con una ciotola di alluminio…».

Clusone, sequoie«… come dimenticarsi delle sequoie! Le ho ben presenti sin dai miei primi ricordi».

Clusone, centro«Qua mi ricordo che andavo a lavare i panni quando accudivo i figli di una famiglia nobile Clusonese. Mi dispiace molto che oggi quegli edifici non siano visitabili perché erano meravigliosi, sia il palazzo che la chiesetta adiacente».

Clusone, edifici in centro«Una peculiarità unica della città di Clusone erano gli affreschi che decoravano le sue abitazioni. Per esempio questo edificio era riccamente dipinto con motivi floreali dai colori vivaci, prima di essere ricoperti con questo intonaco rosso».

Clusone, ex polenteria«Questo vecchio edificio era un’antica polenteria, come si deduce dal cartello, ma dopo un incendio è caduta in rovina. Questo quartiere era già vecchio ai miei tempi, ma vederlo in questo stato è un vero peccato».

Clusone, pasticceria in centro«Questa pasticceria è sempre stata nei miei ricordi e quando ero piccola venivo qui ogni domenica con i miei fratelli e sorelle. Con le nostre magre paghette potevamo permetterci un solo piccolo pasticcino che andava poi diviso per 6 persone».

Clusone, piazza della Rocca«Qui in piazza della Rocca ogni domenica venivano le donne del paese per lavare i panni ai lavatoi. Inoltre sempre qui si ritrovavano i contadini per trattare e commerciare bestiame e prodotti agricoli in occasione del mercato di lunedì».

Chiostro Angelo Maj ClusoneClusone, la vecchia sede di L'Eco di Bergamo«Questo bellissimo chiostro, parte di un edificio nel quale vi erano anche gli uffici di “L’Eco di Bergamo”, è stato fortunatamente preservato negli anni e, nonostante sia stato lasciato cadere in rovina, è stato riscoperto il suo valore ed è aperto da pochi mesi allo sguardo dei passanti. È uno scorcio della Clusone del passato sopravvissuto ai profondi cambiamenti avvenuti nei pressi dell’odierna Piazza Manzù. L’edificio di proprietà de “L’Eco di Bergamo” in Piazza Manzù che non è stato toccato dai progetti dei condomini che oggi coronano Piazza Manzù su due suoi lati».

Clusone, piazza Manzù«Parte della città che ho amato e delle pittoresca vista che Piazza Manzù offriva un tempo è stata completamente cancellata da questi immensi condomini di cemento».

Questo è un articolo realizzato attraverso il progetto «Saranno reporter» attivato con l’Istituto d’Istruzione Superiore Statale «Andrea Fantoni» di Clusone. Chi scrive è un ragazzo o una ragazza di quarta liceo che sta muovendo i primi passi nel mondo del giornalismo.

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