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Val Gandino: gli Alpini ricordano la battaglia di Nikolajewka

Nel maggio del 2022 il Parlamento italiano ha approvato l’istituzione della Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini da celebrarsi il 26 gennaio di ogni anno. La data fa riferimento alla battaglia di Nikolajewka combattuta il 26 gennaio 1943 dagli Alpini, durante la ritirata di Russia.

Alla vigilia di questa ricorrenza, nella serata di giovedì 25 gennaio, gli Alpini della zona 15 Val Gandino si sono ritrovati a Peia per ricordare una data tanto importante davanti al locale monumento ai Caduti. Dopo i positivi precedenti degli scorsi anni a Leffe e Gandino, la breve cerimonia ha confermato di essere un modo sentito e condiviso per ricordare i tantissimi caduti di quella sciagurata campagna militare, che ha visto morire migliaia di soldati e di alpini in condizioni disumane.
La battaglia di Nikolajewka vide protagonista la divisione Tridentina: fu uno scontro necessario per sfondare l’accerchiamento sovietico che impediva la ritirata. Il tributo di sangue fu altissimo: all’inizio del ripiegamento le truppe italiane erano composte da circa 61.000 uomini. Ritornarono a casa in poco più di 13.000. L’istituzione della Giornata Nazionale a partire dal 2022 ha lo scopo di tenere vivo il ricordo di quella battaglia e di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale, nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli Alpini incarnano. “Gli alpini non sono uomini di guerra – ha affermato Sebastiano Favero, presidente nazionale ANA nell’80° della battaglia – ma uomini di pace, abituati a fare il loro dovere, è il nostro Dna: il nostro spirito, come ci ha detto papa Francesco è quello di essere con gli altri e per gli altri”.
Alla cerimonia di Peia erano presenti i capigruppo della Valle: Alessandro Marinoni di Peia, Corrado Frigeni di Gandino, Battista Bernardi di Casnigo, Pietro Gallizioli di Leffe e Fabrizio Moretti di Cazzano S.Andrea, il coordinatore di zona Giovan Battista Colombi, i sindaci Silvia Bosio (Peia), Marco Gallizioli (Leffe), Sergio Spampatti (Cazzano S.Andrea), Enzo Poli (Casnigo) e Filippo Servalli (Gandino). A ricordare combattenti e reduci c’era, su un cuscino portato dal figlio, il cappello alpino di Alessandro Rottigni, uno dei reduci che riuscirono a rientrare a Peia. Il parroco don Albero Gervasoni ha impartito la benedizione, indossando il cappello alpino, segno del servizio militare prestato a Merano nel 1988, prima dell’ingresso in Seminario. Alla lettura di alcuni passi tratti da “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni è seguito il breve saluto della sindaca Bosio, che ha ricordato “l’importanza di fare memoria per non ripetere gli errori e gli orrori della storia”. Le note dell’Inno Nazionale e del Silenzio hanno dato all’incontro senso profondo di un gratitudine e obbligata memoria.

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