Un libro che nasce per colmare una lacuna, l’ultimo di don Martino Campagnoni, direttore del Patronato San Vincenzo di Clusone. Pagine venute alla luce da un ricerca sul web. Non andata a buon fine.
«Mi sono arrabbiato – esordisce don Martino -, perché su internet la chiesa di San Pietro è come se non esistesse. Eppure c’è da 56 anni. È infatti nata nel 1960. Quelli del Patronato, con il primo direttore don Rota, si radunavano per le funzioni religiose in un’aula, c’era quindi bisogno di una chiesa».
La «manna dal cielo», come la chiama don Martino, arriva grazie al senatore Pietro Bellora, che decide di regalare al Patronato una chiesa nuova. «Quando si è iniziato a pensare come costruirla – prosegue don Campagnoni – bisognava decidere se farla aperta a tutti o meno. Il vescovo Giuseppe Piazzi, con il senatore Bellora e don Bepo Vavassori, hanno deciso di far sì che si affacciasse sulla via San Lucio perché potesse servire anche alla gente».
La chiesa, inizialmente, non doveva essere dedicata a San Pietro. «Bellora voleva fare un omaggio alla moglie Giacomina Macchi – spiega ancora don Martino -. Erano assieme da tanti anni, avevano condiviso gioie e dolori, avevano perso il figlio Ulisse, per ringraziarla voleva che fosse dedicata al suo santo protettore, San Giacomo apostolo. Pietro Bellora muore però nel 1959 e allora la moglie fa in modo che la chiesa venga dedicata a San Pietro».
Don Martino Campagnoni ricostruisce tutte queste vicende nel libro, che verrà presentato proprio in occasione della festa di San Pietro, al Patronato. Domani sera (sabato 25 giugno), alle 21, un’elevazione musicale con il Coro Idica e la presentazione del libro. Domenica, dalle 15,30, musica con il trio «Cima Verde» nel parcheggio del Patronato (in palestra nel caso piovesse).