Due fratelli, due campioni dell’hockey su ghiaccio: Giulio e Marco Scandella sono noti nel mondo della disciplina per i risultati ottenuti negli anni e per avere vestito i colori italiani (Giulio) e canadesi (Marco).
I due ieri sera sono stati festeggiati alla pista della Baitella a Songavazzo, dove, nonostante la superficie non sia più ghiacciata, convergono anche nei mesi estivi gli appassionati del settore.
Figli di Francesco Scandella, che negli anni ‘60 lasciò Fino del Monte per cercare fortuna in Canada, e Sandra Momesso (di un’altra famiglia italiana emigrata in Canada) sono cresciuti a Montreal (Quebec, Canada) avvicinandosi alla pratica agonistica anche grazie allo zio Sergio Momesso (giocatore di hockey con oltre 800 presenze nella National Hockey League).
Giulio, 34 anni, giocatore di hockey professionista dai primi anni del 2000, dal 2003 è tornato in Italia mettendo la maglia dell’Asiago, e successivamente ha preso parte con la nazionale italiana ai Campionati del Mondo di Hockey nel 2010 in Germania e chiamato a quelli del 2014 in Bielorussia.
«Sono stato in Italia da piccolo – racconta Giulio in un italiano perfetto -, sono tornato nel 2003 quando avevo 20 anni. Quest’anno con l’Asiago abbiamo vinto lo scudetto Alps Hockey League e siamo stati promossi in nazionale al gruppo A. In passato in nazionale, ho giocato a Torino nel 2006, esperienza fantastica. Dal 2003 sono in giro per l’Italia e Europa (Svezia, Germania, Svizzera), nel Veneto, in Alto Adige e per due anni anche a Milano».
In Italia l’hockey è uno sport non così in vista come in Canada e negli Stati Uniti. «Qui in Italia – continua Giulio – l’hockey purtroppo si gioca principalmente al Nord, è uno sport poco conosciuto. Tuttavia è una pratica sportiva che può contagiare le persone per la velocità, fisicità e per il clima che si vive negli stadi. Io spero che le persone possano appassionarsi, così come è successo qui in Baitella. Anche quando sono venuto l’ultima volta ho visto un bel gruppo di giovani allenarsi».
Marco, 28 anni, difensore dei Buffalo Sabres (fino allo scorso anno era nei Minnesota Wild), con le nazionali giovanili canadesi ha messo in tasca l’oro ai mondiali Under-18 del 2008 e l’argento ai mondiali Under-20 del 2010. «Non tornavo in Italia da 23 anni – racconta Marco – quando sono venuto per vedere Fino del Monte avevo solo 5 anni. Adesso sono 8 anni che gioco nella massima lega di hockey nel mondo. Sono molto riconoscente ai miei genitori che mi hanno aiutato ad avvicinarmi a questo sport. Ho sempre lavorato molto per essere dove sono oggi. Dell’Italia mi piace il cibo, la cultura, ma soprattutto il sentirmi a casa e in famiglia. Ho sempre cercato inoltre di imparare l’italiano: i miei genitori mi hanno sempre parlato in questa lingua, anche se ora è un po’ di anni che vivo da solo».