Nei giorni scorsi in Valle di Scalve è stata avviata una raccolta firme. Alcuni cittadini hanno già sottoscritto un modulo con il quale si chiede di avviare una consultazione referendaria. Ipotesi sul tavolo: l’annessione del territorio scalvino a quello della Provincia di Brescia.
A promuovere l’iniziativa il comitato “BRescia ANnessione Zone INtervallive Operose”. Nella motivazione si legge: «A seguito della chiusura del punto nascita dell’ospedale Antonio Locatelli di Piario i nostri figli si trovano (ancora più di prima) con un luogo di nascita bresciano e un luogo di residenza bergamasco sui documenti. Brescia negli ultimi anni ha inoltre dato prova di un certo interesse verso il territorio dimostrandosi disponibile con progetti interprovinciali che hanno interessato i cittadini scalvini. Con la richiesta di annessione si potrebbero inoltre contrattare condizioni economiche più favorevoli e chiedere risorse per la sistemazione della via Mala, che passerebbe sotto le competenze di un solo ente sovralocale».
Non è la prima volta che la terra scalvina chiede l’annessione a un territorio limitrofo: nel 1428 venne domandata e ottenuta l’annessione alla Repubblica di Venezia, operazione che permise di ottenere autonomia amministrativa e l’esenzione dal servizio militare.
«Credo che i termini della richiesta siano prettamente di carattere economico – commenta il primo cittadino di Vilminore Pietro Orrù -, ipotesi che comunque stiamo valutando. È vero che in questi mesi c’è stato un interesse della Provincia di Bergamo per la Valle di Scalve, ma capisco che un cittadino possa volere andare a fondo anche su un’ipotesi come questa. Dal punto di vista sentimentale ci sentiamo legati alla Provincia di Bergamo, pensiamo anche solo a questioni di fede calcistica, sarebbe difficile il cambio di casacca Atalanta-Brescia. Aspettiamo a buttarci a pesce nelle cose, valutiamo bene».
E per chi non lo avesse capito questa notizia è un pesce d’aprile.