La Corte costituzionale ha bocciato la legge della Regione Lombardia che fissava i criteri per la costruzione di nuovi edifici di culto. La norma, approvata un anno fa alla fine di gennaio, aveva per titolo «Principi per la pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi», ma per tutti è diventata la legge anti-moschee. Di fatto, il testo prevedeva regole più severe per aprire nuovi luoghi di culto sul territorio lombardo. In Consiglio regionale l’opposizione di centrosinistra si era subito dichiarata contraria. Si è poi mosso anche il Governo rivolgendosi alla Consulta, che ha accolto il ricorso.
Relatore della legge era il consigliere regionale Roberto Anelli, ex sindaco di Alzano Lombardo. «Non posso che dichiarare il mio vivo e sincero stupore – afferma – di fronte allo stop imposto dalla Corte Costituzionale, visto e considerato che la nostra legge prevede esattamente quanto scritto nello statuto del Coresi (Comunità Religiosa Islamica Italiana): “Ogni moschea deve essere conforme alle vigenti norme urbanistico-edilizie nonché a quelle in materia di igiene, sanità, sicurezza e ordine pubblico. A tale fine deve essere prevista anche la possibilità di parcheggio delle auto in misura adeguata all’affluenza dei fedeli. Le moschee di nuova edificazione dovranno richiedere regolare destinazione d’uso a luogo di culto dell’edificio interessato, secondo la normativa in materia e le disposizioni del Piano Regolatore”».
«La sentenza della Consulta rappresenterebbe quindi – prosegue Anelli – una sconfessione dell’Islam moderato, di quei musulmani che si sono resi conto che la mancanza di regole non gioverebbe a nessuno». Il consigliere della Lega Nord conclude annunciando un nuovo progetto di legge «con le opportune modifiche in modo da ottenere il medesimo risultato del provvedimento impugnato dal governo Renzi, ovvero dare delle regole certe e chiare per la realizzazione dei luoghi di culto, moschee comprese».