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Uniacque, «assicurazione» contro le perdite?

Una perdita d’acqua di cui nessuno si rende conto. Passano mesi e, quando arriva la bolletta, la cifra da pagare è da capogiro. A volte le somme sono tali da mettere in ginocchio una famiglia. Uniacque, gestore del ciclo idrico integrato in buona parte dei comuni bergamaschi, vuole però venire incontro agli utenti che dovessero trovarsi in questa situazione. Le novità che il Consiglio d’amministrazione ha introdotto, e intende introdurre, sono state spiegate ieri sera nella sede della Comunità montana di Clusone, dove i vertici della società pubblica hanno incontrato i sindaci della Val Seriana e Val di Scalve.

Mario Tomasoni e Paolo Franco con il presidente della Comunità montana Alberto Bigoni
Mario Tomasoni e Paolo Franco con il presidente della Comunità montana Alberto Bigoni

«Il regolamento approvato dal Cda a gennaio prevede un consistente aiuto nel riconoscere una parte della perdita non solo per la quota fognatura e depurazione, come già avviene ora, ma anche per la parte acquedotto, e soprattutto applicando tariffe diverse rispetto alle attuali, in modo da ridurre considerevolmente l’eventuale esborso che l’utente deve sostenere – ha spiegato l’amministratore delegato Mario Tomasoni –. In aggiunta, proporremo all’Ato (Ambito territoriale ottimale, ndr) una forma “assicurativa”: contribuendo volontariamente con circa 7 euro all’anno, l’utente che dovesse incorrere in una perdita potrà godere di ulteriori sgravi». Una sorta di fondo da accantonare in caso di emergenza, insomma.

L’incontro coi sindaci ha anche permesso alla società di illustrare le azioni che sta portando avanti sul territorio. «Nel 2015 tra interventi di primo impianto e di manutenzione straordinaria in questa zona abbiamo già investito 5 milioni di euro», ha detto ancora Tomasoni. Altri ne arriveranno in futuro: «Nel 2016 abbiamo un milione e 300 mila euro di investimenti previsti e nel periodo 2018-2022 una mole di 23 milioni di euro».

Sindaci e amministratori presenti all'incontro
Sindaci e amministratori presenti all’incontro

L’intervento forse più consistente riguarda la depurazione in Alta Valle. Al momento ci sono due ipotesi sul tavolo: «Collettare tutti i reflui verso il depuratore di Ranica o implementare il depuratore di Ponte Nossa, che attualmente non sarebbe nelle condizioni di poter servire il territorio – ha spiegato Tomasoni –. La scelta dipenderà dall’esito di alcune verifiche che stiamo eseguendo. Si tratta di una serie di scavi di saggio lungo il tracciato della futura condotta di collegamento per andare ad accertare la situazione ambientale del terreno. Se i costi potranno essere sostenuti, perché non includono bonifiche, è preferibile arrivare a Ranica. In caso contrario, la soluzione più probabile sarà Ponte Nossa. Dovremo però aprire un confronto con le comunità del territorio».

Al termine dell’incontro, il presidente Paolo Franco ha commentato: «Avevamo promesso che ci avremmo messo la faccia per dire quello che stiamo facendo e quali sono i nostri obiettivi. Essere sul territorio significa incontrare i nostri soci. In quest’area abbiamo fatto investimenti che raggiungono i 5 milioni di euro più altre opere di continuità che magari si vedono poco, ma che vanno a sanare situazioni a volte mai affrontare. La logica di questi incontri, inoltre, è sentire le necessità e problemi che i sindaci colgono dalla loro gente».

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