La casa di riposo di Gromo si apre sempre più al territorio. Con l’introduzione di nuovi servizi, la Fondazione “Milesi” intende diventare punto di riferimento per i paesi dell’Asta del Serio. Un progetto frutto della comunione d’intenti tra il Consiglio d’amministrazione, presieduto da don Virgilio Fenaroli, e il direttore sanitario Cesare Maffeis. “Da tempo abbiamo aperto una serie di servizi per gli anziani già previsti dalla Regione al domicilio (infermieri, fisioterapisti, ausiliari) – spiega Maffeis – . Ora però abbiamo deciso di aprire la struttura anche ai privati attraverso la fisioterapia per gli esterni. Il nostro obiettivo è fare in modo che chiunque voglia accedere alla casa di riposo per un servizio riabilitativo o un trattamento di fisioterapia possa farlo a un prezzo adeguato. Non è una politica economica, ma di servizio a coloro che ne hanno bisogno”. La casa di riposo intende così dare risposte alle esigenze dei paesi vicini: “È una zona della Bergamasca dove ci sono molti sportivi e turisti – sottolinea Maffeis –. Pensiamo che l’investimento fatto sia in termini di personale sia di attrezzature possa essere non tanto ripagato quanto supportato dal fatto che in questo modo la casa di riposo viene vissuta dalla gente”. Il direttore sanitario tiene a precisare che si tratta “di un servizio in più, che non fa concorrenza ai privati, perché non è questo il nostro intento. Piuttosto vogliamo dare maggiore centralità al nostro lavoro”. Il servizio è stato avviato da un paio di settimane. Vengono proposte terapie elettromedicali, fisioterapiche e massofisioterapiche, ginnastica di gruppo. Per il futuro c’è anche la volontà di mettere a disposizione specialisti come fisiatri e ortopedici. Chi è interessato può contattare per informazioni la casa di riposo. “Per il tipo di approccio che abbiamo dato, penso che il servizio possa essere di supporto anche a chi vuole alleviare un certo tipo di patologie tipiche del nostro periodo: contratture, lombalgie, dolori articolari. Senza andare oltre quello che fa un ospedale, ma semplicemente aiutando chi ne ha bisogno”, conclude Maffeis.
