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Da Ardesio a Brescello per portare il Cristo di don Camillo

Chiesa Brescello

«Le storie sono tanto verosimili che, più d’una volta, un mese o due dopo aver inventato una storia, il fatto accadeva realmente e lo si leggeva sui giornali». La frase è di Giovannino Guareschi: si trova nell’introduzione a uno dei libri che raccolgono i racconti del «Mondo piccolo» e di don Camillo. Dice molto di quello che hanno rappresentato per l’Italia le storie del parroco e del sindaco comunista in eterna lotta fra loro: spesso la fantasia ha plasmato la realtà. Come nel caso della processione per la benedizione del Po. Raccontata dalla penna di Guareschi, messa in scena in uno dei film, è poi diventata un appuntamento fisso per la comunità di Brescello, il paese in provincia di Reggio Emilia famoso per aver ospitato le riprese. Quest’anno, a portare il celebre crocifisso parlante, c’era anche una delegazione di Ardesio.

Ardesio a Brescello
Ardesiani sugli argini del Po con il parroco di Brescello

«L’idea della benedizione nasce dai film, non dalla realtà di Brescello – racconta il parroco don Evandro Gherardi –. Nel tempo la gente del paese si aspettava di ripetere quel gesto che si vede in una scena. Il Po è un elemento fondamentale della vita di questo territorio e allora si voleva riprendere l’idea di portare il crocifisso parlante di don Camillo sul fiume per benedire le acque e prevenire eventuali problemi, come le alluvioni». L’anno scorso il gesto fu ripetuto anche a novembre: «Ci fu la grande piena – prosegue il parroco – e da qui l’esigenza di un gesto di fede e di preghiera. Allora abbiamo deciso in via straordinaria di riportare il crocifisso sul Po, addirittura dentro l’acqua, come segno di protezione».
Di solito, la processione si svolge l’ultimo sabato di settembre. Dalla chiesa parrocchiale il crocifisso viene accompagnato in processione fin sull’argine del fiume, dove avviene la benedizione. Anche la statua del Cristo viene dai film: «Non ha mai fatto parte degli arredi sacri di questa chiesa. Lo scultore lo ha ripreso da un crocifisso del ’700 che è a Busseto – spiega ancora don Evandro –. È scolpito in legno di cirmolo, un legno leggero perché Fernandel (l’attore che interpretava don Camillo, ndr) faceva fatica a portare dei pesi. Finiti i film, se ne erano perse le tracce. Poi è stato ritrovato in un magazzino di Cinecittà. I brescellesi hanno voluto riportarlo qui: è stato restaurato e pulito. Da una cinquantina d’anni si trova in questa chiesa; è ormai diventato parte della devozione popolare. Molta gente viene qui per pregare davanti a questo crocifisso».
Sabato sera la statua del Cristo è stata portata a spalle in processione dai ragazzi della Pro loco di Ardesio. C’era anche il parroco don Guglielmo Capitanio e, in rappresentanza del Comune, l’ex sindaco Fabrizio Zucchelli, con tanto di gonfalone al seguito. Tutto è nato dal rapporto di amicizia che si è creato tra i brescellesi e alcuni giovani di Ardesio, presidente della Pro loco Simone Bonetti in testa. I frequenti incontri degli ultimi anni hanno portato a questo invito.

Campana Brescello
Sotto la celebre campana dei film

«Forse ho provato l’emozione più grande da quando sono presidente della Pro loco – dice Simone Bonetti – . Per Ardesio è stata una giornata storica: siamo stati il primo paese ad essere invitato per questa processione. Non siamo gemellati con nessuno, ma ci possiamo vantare di essere amici di paesi importanti. Voglio ringraziare don Guglielmo, che ha accettato questa sfida, l’Amministrazione comunale e Fabrizio Zucchelli, tutti i giovani che hanno voluto accompagnarci».
Davvero suggestiva la processione che ha attraversato il paese emiliano per giungere fin sull’argine del Po. La luce delle torce, i riflessi dei lumini che galleggiavano sull’acqua del fiume, i fuochi d’artificio hanno contribuito a rendere speciale la serata, conclusa con una cena in piazza. Don Camillo e Peppone sembravano lì vicini.

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