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Albino, il «Linux day» per imparare a collaborare

Albino, Linux Say, Scuola Solari

L’open source non è solo una questione tecnica, di software e codici sorgente. È anche una filosofia, una nuova concezione di vita, basata sulla condivisione della conoscenza. Dedicare una mattinata di scuola a questi temi significa lanciare un messaggio ben preciso: insieme è meglio che da soli. Alla scuola media «Solari» di Albino il «Linux day» promosso sabato 24 ottobre è servito sì per far capire, ad esempio, come funziona un tablet o come si stampa in 3D, ma anche per insegnare che val sempre la pena collaborare.

Linux è il sofware ideato nei primi anni ’90 dallo studente finlandese Linus Torvalds. «Un sistema operativo gratuito, aperto a tutti, scaricabile, ridistribuibile: chiunque può farne qualunque cosa», sintetizza molto bene Omar Lazzari, insegnante di Tecnologia alla «Solari». «Abbiamo installato Linux sui computer della scuola – prosegue Lazzari -. I ragazzi utilizzano Windows, ma diamo comunque la possibilità di conoscere due modi per usare un computer».

Anche perché i ragazzi (come tanti altri) Linux già lo utilizzano. Magari senza saperlo. «Linux ad esempio si trova in tutti gli smartphone Android, in tutte le fotocamere che realizzano filmati, in tutte le piccole apparecchiature che gestiscono informazioni». Perché? Semplice: «Linux è open source, cioè il sorgente, il listato è aperto, le istruzioni con cui è realizzato il software sono leggibili. Chiunque può capire che cosa sta facendo quel software, chiunque può prenderlo modificarlo e adattarlo a un forno a microonde piuttosto che a un tablet».

Ai ragazzi mostrata anche la riproduzione del Duomo di Ragusa, realizzata con stampante 3D da FabLab
Ai ragazzi mostrata anche la riproduzione del Duomo di Ragusa, realizzata con stampante 3D da FabLab

Per celebrare questa rivoluzione, perché di rivoluzione si tratta, una volta all’anno viene promosso il «Linux day»; a livello nazionale organizzato dalla Italian Linux Society. «La giornata è sostenuta da Wikipedia e anche da Ibm, perché comunque pure le grandi software house hanno aperto all’open source», prosegue Lazzari. E se anche i grandi colossi dell’informatica si sono lasciati convincere, perché non provare ad aiutare la rivoluzione a far breccia a scuola? Così, per un giorno, il pinguino Tux è diventato un po’ la mascotte della media di Albino, oltre che di Linux. Al mattino con lezioni dedicate ai ragazzi, al pomeriggio con eventi aperti a tutti.

Albino, Scuola media Solari
L’ingresso della scuola

«Abbiamo proposto corsi tenuti da relatori che si occupano e usano software open source, cercando di mostrare quali applicazioni sono possibili a scuola – spiega ancora Lazzari – . C’è ad esempio GeoGebra per quanto riguarda la matematica e l’algebra, WordPress per realizzare siti web o blog, progetti open hardware fatti con Arduino. Abbiamo anche invitato uno degli amministratori di Wikipedia».

Tutto questo, conclude l’insegnante di Tecnologia, per far capire ai ragazzi che «internet si fa, non si subisce. La tendenza ormai è creare siti, documenti collaborativi. Internet penso dia ai ragazzi il desiderio di lavorare insieme, spingendoli a capire che da soli si fa qualcosa, ma in due si fa quattro volte tanto».

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