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Il Salmeggia all’antico splendore, ma non può tornare al suo posto

Dipinto Salmeggia Chiesa della Ripa

Nei giorni scorsi è stato inaugurato l’ostello. Ora, all’ex Convento della Ripa di Desenzano di Albino, per completare il progetto di riqualificazione avviato dalla Cooperativa «La Fenice» bisogna intervenire sulla parte più preziosa dal punto di vista storico e architettonico. Serve almeno un milione di euro. In attesa di trovare le risorse, in questi mesi sono stati però riportati all’antico splendore due dipinti conservati nella chiesa superiore: la «Madonna in trono col Bambino e i Santi» di Enea Salmeggia e il «Miracolo di Venturina», unica rappresentazione esistente del prodigio della Madonna della Gamba.

Il doppio restauro, reso possibile da un contributo a fondo perduto della Fondazione del Credito Bergamasco, è stato curato dallo studio di Roberta Grazioli, sotto la supervisione di Amalia Pacia, della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Lombardia. Gli interventi sono stati ultimati e i due dipinti aspettano di essere rimessi al loro posto. La tela del Salmeggia dovrà però attendere che venga restaurata l’ancona dell’altare maggiore dove era ospitata. Le condizioni del legno sono tali che il dipinto rischierebbe di essere rovinato. Per l’intervento servono circa 30 mila euro e Fabrizio Persico, presidente della Cooperativa «La Fenice», lancia un appello a quanti, – privati, enti o associazioni – potrebbero essere interessati a dare il loro contributo.

Chiesa superiore della Ripa
La chiesa superiore dell’ex Convento della Ripa

Per vedere la tela del Salmeggia, oltre che il Convento, due anni fa giunse in Val Seriana anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Il pittore, detto il Talpino, nacque a Nembro intorno alla metà del 1500. «C’è stato un rapporto particolare tra i frati della Ripa e il Salmeggia – spiega lo storico locale Giampiero Tiraboschi –. Verso la fine del ‘500 il gusto stava cambiando ed è nato un nuovo fervore di decorazioni e abbellimenti. Nel 1596, all’altare maggiore venne quindi collocato questo dipinto, che porta la firma e il cartiglio del pittore». La collaborazione dei Carmelitani col Salmeggia non si limita alla chiesa superiore. «Anche per la chiesa inferiore il pittore ha dipinto due opere: “L’Annunciazione della Vergine”, che attualmente si trova nella parrocchiale di Albino; “Il compianto sul Cristo morto”, trasferito al santuario nel centro di Desenzano. Quindi fu un rapporto di una certa importanza. Con tutta probabilità il Salmeggia si confrontava con i frati per l’impostazione teologica dei quadri».

Fu il miracolo della Madonna della Gamba che portò alla costruzione della chiesa di Santa Maria della Ripa: «Nacque insieme al convento nel 1465 e venne a ingrandire quella che era la santella iniziale dove erano state riposte le bende con cui era stata fasciata la gamba della Venturina miracolata – spiega ancora Tiraboschi –. Questo fu il vero e proprio santuario per diversi secoli, fino al momento in cui, nel 1740, è stato inaugurato quello nuovo al centro di Desenzano, dove la devozione si è concentrata maggiormente. Da quel momento questa chiesa ha cominciato un lento declino». Nella chiesa superiore, sottolinea Tiraboschi, «l’attenzione era rivolta soprattutto all’altare delle bende, dedicato alla Madonna, rifatto nel ‘500 da Francesco Moroni, papà del pittore. E lo stesso Giovan Battista, nel 1567, lo aveva decorato con il quadro della “Madonna con bambino”, ispirandosi al Bellini. Attualmente il dipinto appartiene alla famiglia divenuta proprietaria del convento dopo la soppressione da parte della Repubblica di Venezia nel 1788 e la trasformazione del monastero in filanda».

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