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Le origini della scrittura: Giorgio Fornoni dialoga con Emanuel Anati

«La lettura dell’arte rupestre preistorica e le origini della scrittura»: è il titolo della serata in calendario lunedì 26 ottobre, alle 21 al PalaMonti di Bergamo. Protagonista sarà l’archeologo italiano Emanuel Anati, che dialogherà con il reporter di Ardesio Giorgio Fornoni.

I due si conoscono da tempo. Spiega Fornoni: «Già dal ’90 ho seguito Anati in 12 campagne archeologiche nel deserto del Negev, alla ricerca del Monte Sinai. Lui riesce a dimostrare che l’approdo della Terra promessa è stato nel deserto del Negev in zona israeliana». Ma Anati è conosciuto soprattutto per i suoi studi sull’arte rupestre della Val Camonica. «Da decenni vive a Capodiponte in Val Camonica. È stato lui l’uomo che è riuscito a far riconoscere come primo patrimonio mondiale dall’Unesco le incisioni della Val Camonica», prosegue Fornoni.

Lunedì, dunque, si parlerà delle origini della scrittura. «Il tema è veramente importante, perché l’uomo da quando nasce si chiede sempre: chi è, da dove viene, dove va a finire. Una delle risposte alla seconda domanda è proprio questa delle origini, documentate in particolare con la scrittura – osserva Frononi –. Eravamo tutti convinti che fossero il periodo egizio e mesopotamico che potevano contendersi l’inizio della scrittura. Invece no. Dai disegni rupestri, dai pittogrammi e dalle incisioni, da tutti questi segni della storia, già subito col finire del Neanderthal e con l’entrata dell’Homo sapiens, addirittura 50 mila anni fa, si presume che l’inizio sia stato proprio lì».

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