Le dispense bergamasche sono a prova di spreco. Lo dice una ricerca condotta da Flavio Merlo, docente di Sociologia alla Cattolica di Milano, per conto di Adiconsum Lombardia. Le cose non vanno male nemmeno nel resto del territorio regionale dove, in una settimana, ogni famiglia butta nella spazzatura 3,5 euro di cibo. Un successo, se si pensa che la media nazionale è quasi il doppio (6,5 euro). I dati sono stati presentati oggi (lunedì 23 novembre) in un convegno a Milano dedicato allo spreco alimentare, evento di chiusura del progetto dal titolo «L’expo del consumatore – Risparmia(TI) lo spreco», alla presenza del Ministro Maurizio Martina.
Il progetto, spiega il presidente di Adiconsum Lombardia Carlo Piarulli, «ha permesso, da un lato, di svolgere la ricerca, che ha indagato il comportamento dei consumatori lombardi all’interno delle mura domestiche e cercato di comprendere quali azioni vengono messe in campo per ridurre lo spreco degli alimenti. Dall’altro, attraverso il bando “Un alimento, un’azienda, una storia”, sono state premiate alcune micro e piccole imprese che si sono distinte per aver attuato azioni innovative nella riduzione degli sprechi nella filiera produttiva». Bergamo è stata protagonista anche in questo campo. Una delle aziende vincitrici è la «Casera Monaci» di Almenno, che si è vista riconoscere il premio per merito delle tecniche anti spreco, di recupero dell’acqua e al riciclo degli scarti di produzione.
Nella ricerca del professor Merlo, la provincia bergamasca risulta come una delle zone più virtuose della realtà lombarda (2.723 hanno partecipato al questionario on line, di queste, il 6,5% erano bergamasche). Anche quando si creano eccedenze, l’obiettivo è cercare di non buttare via attivando strategie diversificate, ma univoche. In media gli euro buttati in pattumiera sotto forma di cibo sono 3,5 euro per settimana, 14 al mese, 168 l’anno. La percezione di spreco a Bergamo è più alta della media regionale (3.85 contro il 3,54.Seconda solo a Mantova, 3,91). Ma negli “strumenti di prevenzione”, come la lista della spesa, solo il 14,8% degli orobici non la fa, contro il 18,9% complessivo lombardo.
A Bergamo, secondo l’indagine di Merlo, non ci sono mai eccedenze a tavola per il 9,1% contro 11,4% complessivo. Le cause di queste eccedenze hanno pesi diversi: in una scala da 1 a 7, le porzioni abbondanti pesano 3,7; il numero incerto di coperti 3,1; la presenza di ospiti 3,6, e i tempi diversi all’interno della famiglia 2,9. Le eccedenze nelle dispense orobiche registrate dalla ricerca assegnano alla voce “mai” il 32,4% contro il 29 della media lombarda; a “raramente” il 56,2% contro il 57, e a “qualche volta” il 10,2 contro 12,7.