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Quando il Goglio cambiò per sempre il volto di una valle

1° novembre 1666: una tromba d’aria colpisce la zona sopra Novazza, fa volare grandi massi, uccide uomini e animali, distrugge case; anche in seguito alle grandi piogge, si stacca una frana che va a ostruire il torrente Goglio in piena, l’acqua travolge lo sbarramento e distrugge un’intera contrada, facendo più di 60 morti. Un evento destinato a cambiare radicalmente il volto dell’intera zona. Oggi un libro ripercorre quegli avvenimenti. S’intitola «La rovina del Goglio» ed è stato curato da Gabriele Medolago. Sarà presentato sabato 28 novembre alle 10,45, nella chiesa quattrocentesca di San Michele a Colarete, comune di Valgoglio e parrocchia di Gromo.

Chiesa Colarete
La chiesa di Colarete, dove verrà presentato il volume

Sono state proprio le amministrazioni comunali di Gromo e Valgoglio a volere la pubblicazione del volume. Gli eventi del 1666 ebbero infatti inizio a Novazza, ma si conclusero nel territorio di Gromo. C’è da dire inoltre che i due paesi furono a lungo una cosa sola. «Questo evento è stato senza dubbio un fatto fondamentale nella storia di queste due comunità, ha segnato la storia di questi luoghi e ha lasciato segni indelebili sia nel tessuto economico sia nel territorio sia nella memoria collettiva della popolazione», spiegano i due sindaci, Ornella Pasini ed Eli Pedretti.  Il lavoro di ricerca portato avanti per il volume, aggiungono, «ha consentito di riscoprire quanto avvenuto nei più precisi dettagli, facendo sì che un evento genericamente noto a tutti sia ora un fatto storico ben conosciuto e documentato».

Basta soffermarsi sui fatti di 350 anni fa per rendersi conto che le comunità di Gromo e Valgoglio vennero colpite da una vera e propria calamità naturale. Il materiale giunse fino all’altro lato del Serio, danneggiando un prato e ostruendo il fiume. Alcuni corpi delle oltre 60 vittime furono ripescati addirittura a Seriate e Grassobbio, e non tutti vennero ritrovati. Acqua e detriti distrussero 17 case, 4 stalle o fienili, la chiesa di San Rocco e una cappella dedicata alla Santa Croce, 5 fucine, 9 mole, un torchio da olio, quasi tutti gli opifici dal Serio fin sotto Novazza, due ponti, una strada. Per far fronte ai danni, il Senato della Repubblica di Venezia concesse ai due Comuni esenzioni fiscali che durarono oltre un secolo.

Valgoglio e Gromo cambiarono per sempre. In seguito al disastro, si verificò un calo demografico del 30%, il territorio mutò profondamente, gli opifici diminuirono e la produzione di armi e spade si ridusse sensibilmente. «La rovina del Goglio del 1666 è uno di quei fatti epocali che rimangono fortemente impressi nella memoria collettiva di un territorio e che sostanzialmente tutti gli abitanti del circondario conoscono per sentito dire. All’origine di questo vi sono la portata dell’evento, le sue conseguenze a breve e lungo termine, i reperti che talvolta affiorano anche oggi, a distanza di secoli», sostiene Gabriele Medolago.

Per realizzare il volume l’autore, insieme ai suoi collaboratori, ha condotto ricerche in molti archivi pubblici e privati. Non solo a Valgoglio, Novazza e Gromo, ma anche a Grassobbio, Milano, Venezia e Brescia. Sono stati trovati documenti e materiali inediti, che hanno permesso di gettare nuova luce sull’avvenimento. Il libro conta 80 pagine, oltre 150 le immagini al suo interno.

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