La chiesa parrocchiale di Piario si riaccende di antichi colori. Grazie al restauro del presbiterio, sono state recuperate le tonalità del Settecento. I lavori si sono conclusi da pochi giorni e la messa della notte di Natale ha consentito di vedere l’altare sotto un’altra luce.
«Sostanzialmente, sono stati eseguiti i restauri dei muri dell’altare – spiega il parroco don Eros Accorigi –.Sono stati recuperati i colori originari: l’azzurro, il verde e il rosa, che per la verità era un rosso, ma il sovrintendente ha chiesto di attenuarlo. Il colore è stato lasciato solo nelle due nicchie che contenevano dei reliquiari ed erano state chiuse in passato». Aprirle ha permesso di scoprire anche delle reliquie di San Bonifacio vescovo e di San Pio I, papa del secondo secolo dopo Cristo.

Il restauro ha riguardato anche gli stucchi e le parti dorate che decorano il presbiterio, oltre agli affreschi dipinti sotto la volta. «Ci sono state anche due sorprese – prosegue il parroco –. La prima sono le finestre cieche, speculari alle finestre vere, coperte in passato e ora riportate alla luce. La seconda è che il Crocifisso sotto la volta è stato ravvivato, facendo emergere le figure e i colori originari». Tutto risalta meglio, inoltre, grazie anche al rifacimento dell’impianto di illuminazione.

I restauri sono costati circa 40 mila euro. «Fondamentale è stato il contributo della gente – sottolinea don Eros Accorigi –. Avevamo da parte un po’ di soldi, ma da quando sono iniziati i lavori alla chiesa con il rifacimento del tetto, la gente ha contribuito per circa 25 mila euro. Dal Bim sono arrivati quattromila euro. Abbiamo inoltrato anche altre domande di contributo nella speranza di continuare con i lotti successivi degli interni».

Il presbiterio, infatti, dovrebbe essere solo la prima fase di un intervento complessivo per riportare l’intera chiesa all’antico splendore. «In poco tempo si potrebbe restaurare l’altare laterale della Madonna, ma dovremo valutare insieme al Consiglio per le attività economiche della parrocchia e all’Ufficio dei Beni culturali della Curia. Poi ci sarebbe la navata, che è l’intervento più sostanzioso anche dal punto di vista economico». La speranza è di riuscire a iniziare i lavori prima possibile, «anche perché adesso si nota lo stacco con la parte restaurata», dice don Eros. E aggiunge sorridendo: «Con la nuova illuminazione il popolo di Dio sembra nelle tenebre, mentre il parroco risplende nella luce».