Il sogno della Cooperativa Sottosopra e di tante famiglie dell’Alta Val Seriana è realtà. A Sant’Alberto di Parre è stata inaugurata la nuova comunità residenziale per persone disabili. In tanti hanno voluto esserci per offrire un segno concreto di vicinanza e simpatia per questo progetto, iniziato nel 2012 e portato a termine pochi giorni fa. Un progetto nato per dare una risposta al «dopo di noi», ovvero l’interrogativo che assilla tanti familiari di persone con disabilità: «Cosa succederà a mio figlio (mio fratello, mia sorella) quando io non ci sarò più?».
«Ci siamo mossi su sollecitazione di alcune famiglie che hanno iniziato a pensare al “dopo di noi” – ha detto Silvana Catania, presidente della Cooperativa Sottosopra –. Abbiamo iniziato a riflettere e ci siamo resi conto che questo poteva essere un bisogno. È quindi cominciata la ricerca di uno spazio dove realizzare il progetto: nel 2013 abbiamo acquistato il terreno e a maggio 2014 sono partiti i lavori per la realizzazione della comunità. L’intervento è stato progettato e seguito gratuitamente dallo studio Imberti e Brasi, a loro va un grande grazie da parte di tutti noi».
La comunità residenziale è in grado di accogliere 10 persone con disabilità. «Abbiamo chiamato il progetto “C come casa” proprio per questo – ha spiegato Silvana Catania –. Non volevamo una struttura grande, ma uno spazio che facesse sentire in qualche modo a casa chi verrà qui ad abitare». Oltre alla comunità, l’immobile ospiterà due appartamenti per rispondere ad esigenze di autonomia, sollievo o pronto intervento, e gli uffici della Cooperativa Sottosopra.
È toccato al direttore della cooperativa, Stefano Pedrocchi, illustrare il piano finanziario. La struttura è costata complessivamente 1 milione e 400 mila euro: 250 mila coperti da risorse della cooperativa, 660 mila ottenuti grazie a un finanziamento a tasso agevolato, 99 mila da un prestito dei soci. La cifra che manca arriverà da un ulteriore finanziamento e da diverse iniziative di raccolta fondi, peraltro già avviate portando finora 150 mila euro. «Quello di oggi è un punto di partenza, però il lavoro da fare è tantissimo. Raggiungeremo l’obiettivo se ci muoveremo insieme: istituzioni, associazioni, famiglie, amici», ha detto Pedrocchi.
Tante le autorità presenti, a partire da Elena Carnevali, deputato del Partito democratico, che ha promosso un progetto di legge in Parlamento dedicato proprio al «dopo di noi». Poi il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, il consigliere regionale Jacopo Scandella, la presidente dell’ambito dei servizi sociali Ornella Pasini, il presidente di Confcooperative Bergamo Giuseppe Guerini, diversi sindaci e amministratori del territorio.
L’intervento più applaudito è stato quello di Elisabetta Palamini: «Oggi si realizza il mio sogno da quand’ero bambina – ha detto –. Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia con una sorella disabile. Non dobbiamo avere paura della diversità: tutti abbiamo una diversità. Questa casa non è per i disabili, ma per tutti. Spero veramente che questa diventi la casa del sorriso».
La mattinata si è conclusa con la benedizione impartita dal parroco di Villa d’Ogna don Riccardo Bigoni.