Alla fine l’Ardexit si è materializzata. Con un atto d’indirizzo adottato nel tardo pomeriggio di oggi (giovedì 4 agosto), la Giunta di Ardesio ha scelto di uscire dall’Unione dei Comuni Asta del Serio. La decisione dovrà poi essere ratificata dal Consiglio comunale, ma la si può già ritenere definitiva.
L’annuncio è stato dato dal vicesindaco Bonaventura Riccardi durante l’assemblea dell’Unione che si è tenuta in serata a Villa d’Ogna. Poche parole che hanno posto fine alla fase d’incertezza iniziata dopo le elezioni del 5 giugno con il cambio di maggioranza ad Ardesio.
Il primo cittadino Yvan Caccia e il gruppo «Lega Nord – Ardesio Rinasce» hanno quindi fatto marcia indietro rispetto al percorso portato avanti dall’ex sindaco Alberto Bigoni e dalla lista civica «Ardesio Unita» con i Comuni vicini di Piario e Villa d’Ogna. Dopo aver chiesto tempo per riflettere e rimesso a bilancio i soldi già stanziati per l’Unione, la scelta è stata quella di dire basta.
«Una scelta ben meditata e ponderata – ha commentato a margine dell’assemblea il vicesindaco Riccardi -. Abbiamo avuto due mesi di tempo per valutare le questioni economiche e organizzative. A parte il fatto che il nostro Comune non aveva alcun obbligo di Legge, l’Unione così com’è stata costruita non poteva andar bene. Il fatto stesso di pensare di demandare al nuovo ente tutte le funzioni del Comune dal 1° luglio 2016, impedendo di poter dare risposte in tempi rapidi alla gente, è una cosa che ci ha rammaricato e non ci dava la possibilità e la speranza di poter continuare in questo percorso».
Angela Bellini, sindaco di Villa d’Ogna e da poche settimane presidente dell’Unione, non ha nascosto la propria delusione, «soprattutto per i soldi dei miei cittadini che abbiamo investito su questa operazione perché ci credevamo e siamo convinti che il futuro per tutti gli enti, al di là del numero degli abitanti e degli obblighi di Legge, sia condividere strategie sul territorio». Amareggiato anche il vicesindaco di Villa d’Ogna Luca Morandi: «In Italia non è pensabile che ad ogni cambio di amministrazione si riparta da zero», ha detto.
La domanda è: cosa succederà ora? Il sindaco di Piario Pietro Visini, dopo l’assemblea, ci ha risposto così: «Valuteremo se proseguire in due o trovare un altro Comune. Buttar via tutto questo lavoro ci dispiace veramente. Certo è che compagni così riottosi è meglio perderli che trovarli». Nel frattempo, è stato perso anche il contributo regionale che l’Unione aveva chiesto. La domanda non è stata ammessa «per mancanza dei requisiti previsti dalla normativa», ha spiegato Angela Bellini. In particolare, andava «chiarito e precisato l’effettivo avvio della gestione associata». Avvio che in effetti non c’è stato.