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Clusone, svelato l’affresco in San Defendente

Il tesoro di Clusone si arricchisce di un’altra opera d’arte. Nella chiesa di San Defendente è stato svelato l’affresco portato alla luce grazie a un intervento di restauro condotto negli ultimi mesi. È servito il laser per farlo riemergere dalla calce, ma in questo modo i suoi colori sono rimasti gli stessi, tali e quali cinquecento anni fa.

Il dipinto è come se avesse viaggiato attraverso i secoli sulle ali di musiche antiche, portato dalle note della Celtic Harp Orchestra, la formazione guidata da Fabius Constable che il Comitato di San Defendente ha invitato per il grande evento. Melodie e arte hanno attirato tantissime persone: gremita la chiesa, molta gente sul sagrato, dove è stato montato anche un maxischermo.

Un momento del concerto della Celtic Harp Orchestra
Un momento del concerto della Celtic Harp Orchestra

«Un ulteriore tassello si ricompone nella storia secolare di questo luogo e testimonia ancora una volta l’intensa devozione verso San Rocco e San Defendente, i santi a cui la chiesa è dedicata – ha detto Paola Giudici, rappresentante del Comitato -. Questo affresco è stato recuperato grazie al lavoro intenso e appassionato della restauratrice Valentina Monzani e alla generosità di Pierantonio Brasi, che ringraziamo».

Proprio a loro due è spettato il compito di togliere il velo che copriva il dipinto per consegnarlo di fatto alla comunità. «Nel mese di maggio abbiamo inaugurato gli affreschi raffiguranti la Vergine Maria nella chiesa del Paradiso, a giungo le statue restaurate di Santo Stefano e Sant’Antonio in Basilica e oggi questo dipinto in San Defendente: penso sia un fatto raro per una comunità – ha sottolineato l’arciprete di Clusone monsignor Giuliano Borlini -. Non posso che ringraziare le tante persone che hanno creduto in questi interventi, la loro sensibilità a volte silenziosa ha permesso di riportare alla luce tesori preziosi».

Tantissima gente per l'evento
Tantissima gente per l’evento

Il percorso di restauro dei dipinti presenti in San Defendente è iniziato tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Nell’ambito di questa campagna sono stati scoperti tre grandi affreschi, ma uno di questi non poteva essere riportato alla luce con i metodi allora disponibili. «I restauratori – ha spiegato Valentina Monzani – hanno fatto tre piccoli tasselli per ricordare che lì c’era una pittura murale. Così, nel momento in cui ci fosse stata una tecnica adeguata, sarebbe stato possibile intervenire».

Non c’è stato bisogno di attendere troppo: «Con l’aiuto del dottor Ignazio Tombini ho potuto riportare alla luce l’opera grazie all’utilizzo di due diversi tipi di laser – prosegue la restauratrice -. Questa nuova tecnologia mi ha permesso di togliere tutti gli strati di calce e carbonatazione che nei secoli si erano formati sull’opera. Il dipinto è tornato al suo antico splendore. Ho dovuto fare pochissimi ritocchi pittorici, perché il laser mi ha permesso di salvaguardare al meglio l’opera».

La pittura murale riportata alla luce
La pittura murale riportata alla luce

È venuta alla luce anche una data: 1525. «Questa data, insieme al nome del committente che fece realizzare l’immagine, è importante per comprendere anche piccoli dettagli della storia della devozione a Clusone», ha spiegato Patrizia Iorio, storica dell’arte, che alla chiesa di San Defendente ha dedicato la sua tesi di laurea.

Il dipinto riemerso dai secoli, che rappresenta San Rocco con ai lati due San Defendente, consentirà di approfondire anche gli studi degli altri affreschi presenti nell’oratorio quattrocentesco. I risultati di queste nuove ricerche saranno raccolti in un libro a cura di Patrizia Iorio e Mino Scandella.

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