“La Tragedia della diga del Gleno, dicembre 1923, indagine di un disastro dimenticato”: è il titolo del libro edito da Mursia e scritto dal primo cittadino di Colere e avvocato penalista Benedetto Maria Bonomo. Lo scrittore, dopo anni di ricerche sui documenti processuali, ha ricostruito in modo nuovo i fatti legati al crollo della diga del Gleno.
«Ho rivisitato le vicende processuali – spiega Bonomo – con l’occhio di storico, illustrando le complessità tra il regime e il mondo socialista, oltre che rileggendo le carte processuali che sono state messe da parte».
«La verità delineata dal processo – aggiunge – era probabilmente insufficiente, visto che i soggetti che sono stati condannati in primo grado sono stati poi tutti assolti. Ho quindi provato a ricostruire la parte del processo che non si è voluto fare e nel mio libro arrivo anche a individuare una possibile svolta rispetto al perché la diga sia caduta. Il processo spiega infatti che la diga era malfatta, ma non illustra quali siano state le cause che hanno condizionato il crollo della diga stessa».
«L’idea di scrivere questo libro – continua Bonomo – nasce dalla lettura di quanto raccontato dall’unico testimone oculare al Procuratore. Nella ricostruzione del processo sui fatti a mio avviso c’erano lacune troppo grandi da non destare qualche sospetto. Da lì la voglia di andare negli archivi per cercare di capire meglio quanto può essere successo. Devo dire che di materiale ne ho trovato molto».
