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Miniere, a che punto sono gli australiani

Procede spedito il progetto per la riapertura delle miniere portato avanti dalla società australiana Energia Minerals. L’obiettivo è iniziare l’attività di estrazione nel 2018. Anche se il via libera definitivo dovrebbe arrivare da uno studio di fattibilità, pronto tra pochi mesi.

«Le premesse sono buone», anticipa Marcello De Angelis, amministratore di Energia Minerals Italia. Lo incontriamo a margine degli incontri Tra/Montani, la tre giorni di studi sulle miniere in corso a Gorno. L’appuntamento ha per titolo «Il futuro di una storia millenaria». E tra Val del Riso e Val Parina il domani delle miniere è rappresentato soprattutto da questo progetto che viene da lontano.

De Angelis fa il punto della situazione: «Siamo in fase di realizzazione di una serie di lavori. Abbiamo terminato la messa in sicurezza di  gallerie. Ora stiamo eseguendo i sondaggi per definire il corpo minerario. Il lavoro servirà come base per lo studio di fattibilità finale che stabilirà i parametri per la partenza dell’attività mineraria. Tutto questo sarà fatto entro la fine dell’anno o gli inizi dell’anno prossimo. Lo studio di fattibilità verrà poi pubblicato dalla società. Sarà così possibile raccogliere i fondi necessari per l’inizio dell’attività mineraria».

A proposito di soldi, De Angelis sottolinea che «finora abbiamo speso oltre 6 milioni di euro solo per messa in sicurezza e sondaggi». Per terminare questa prima fase, sembra ne serviranno altri due. «Abbiamo fatto circa 8500 metri di recupero di carota, ne dobbiamo fare altri 5 mila per la definizione del corpo mineralizzato», aggiunge l’amministratore di Energia Minerals Italia.

Una volta avuta la luce verde dallo studio di fattibilità, si dovrebbe partire con l’inizio dei lavori di preparazione per l’estrazione. «Questo richiederà un impegno notevole: ci vorranno un paio d’anni – precisa De Angelis -. Prevediamo che l’inizio dell’estrazione avverrà nel 2018 con un impegno di spesa di circa 50/60 milioni di euro e l’impiego di 250 persone tutte  del posto. In questa fase, abbiamo già tre geologi che lavorano, più altro personale amministrativo nell’ufficio di Oltre il Colle aperto nel 2015».

La notizia di un’eventuale riapertura delle miniere ha già fatto emergere preoccupazioni per le possibili ricadute ambientali. L’amministratore di Energia Minerals Italia osserva: «Stiamo facendo tutto secondo le normative esistenti sia a livello regionale che nazionale ed europeo. Inoltre, la società è molto sensibile da questo punto di vista, perché in Australia già ci sono norme molto strette per la protezione ambientale. Inoltre, il nostro programma prevede di fare tutto ciò che è possibile in sotterraneo per eliminare impatto con l’ambiente, rumore, polveri. Quindi la macinazione del minerale avverrà in sotterraneo, così come una preconcentrazione. Fuori si farà solo la produzione dei concentrati con le celle di flottazione».

De Angelis aggiunge che «tutto il materiale di scarto, sia quello inerte che deriva dall’apertura di nuove gallerie sia quello prodotto nelle laverie, verrà riutilizzato per il riempimento dei vuoti che si fanno nella coltivazione. Sarà quindi cementato, reso inerte e usato per riempire i vuoti così da stabilizzarli e senza impatto ambientale».

Per produrre il concentrato, Energia Minerals avrà bisogno di una laveria. Non sembra sia stato scartato, per ora, un intervento sulla laveria di una volta. «L’edificio attuale lo stiamo valutando e fa parte delle nostre considerazioni. Dovremo decidere in base alle condizioni dello stabile e, soprattutto, in accordo e in cooperazione con il Comune di Gorno, che ha il sito in cura».

Per ora gli interventi si sono concentrati nell’area di Oltre il Colle. «Attualmente – spiega ancora De Angelis – stiamo lavorando nella zona della Val Parina, dove c’è quello che una volta si chiamava Pannello 7, che noi abbiamo rinominato Pannello Zorzone. Stiamo lavorando per iniziare l’attività di estrazione qui. Abbiamo già fatto un calcolo di riserve che è di circa 4 milioni di tonnellate di zinco, piombo e argento. Ma ci dovrebbe essere il potenziale per arrivare a 5 o 6. Stiamo facendo i sondaggi proprio per questo».

È prevista poi la messa in sicurezza della galleria Riso-Parina. «Diventerà una via di carreggio per portare il minerale verso le celle di flottazione – conclude l’amministratore di Energia Minerals Italia -. Utilizzeremo un sistema di preconcentrazione già testato in una miniera di tungsteno in Austria. Si tratta di un processo che separa il minerale utile dallo sterile utilizzando dei soffi d’aria. Il sistema identifica i granuli con il minerale: li soffia via perché vengano messi da parte e utilizzati per essere inviati all’impianto di flottazione».

L’intervista al sindaco di Gorno Giampiero Calegari:

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