La crisi, economica e demografica, ha profondi riflessi anche nel mondo della scuola. Negli ultimi 8 anni, contemporaneamente alla chiusura di fabbriche e laboratori, si è consumata una trasformazione e riduzione dell’offerta scolastica non statale. Un fenomeno che riguarda pure la provincia di Bergamo, con conseguente perdita di posti di lavoro. Punta di questo iceberg, nel nostro territorio, la chiusura di istituti storici e pluricentenari quali il Celana e la scuola Palazzolo.
Secondo la Cisl di Bergamo, «il valore e l’importanza della scuola pubblica passa attraverso il pluralismo delle istituzioni scolastiche del Sistema Nazionale d’Istruzione, oggi a rischio. E i costi di questa crisi sono pagati in prima persona dai lavoratori».
Solo nell’ultimo anno, con una perdita “secca” di 1700 iscrizioni (soprattutto nella scuola dell’infanzia), il saldo negativo dei posti di lavoro è di circa un centinaio. «Il sindacato – sottolinea Alessandro Moretti, della Cisl Scuola Bergamo – in questi anni ha sostenuto i lavoratori informando ed applicando gli ammortizzatori sociali di settore che si sono rivelati insufficienti. Le scuole, pur ricorrendo a tutte le forme di flessibilità consentite dalla legge, spesso non sono riuscite a superare la situazione di precarietà in cui la crisi le ha coinvolte».
Domani (sabato 24 settembre) la Cisl scuola bergamasca propone dunque un convegno dedicato alla scuola non statale. Il titolo: «Il rinnovo dei contratti in tempo di crisi». L’appuntamento alle 9,30, nel Salone Riformisti della sede cittadina del sindacato, in via Carnovali 88.
Durante il convegno verranno analizzati i nuovi contenuti, la rinnovata azione sindacale e le prospettive nella trattativa per i lavoratori delle scuole paritarie. Ne parleranno, dopo la presentazione del segretario generale della Cisl Scuola di Bergamo Salvatore Inglima, Alessandro Moretti, il dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale Fabio Molinari e il segretario nazionale Cisl Scuola Elio Formosa.
