«Abbiamo l’onore d’intitolare una via penso alla persona più nota del nostro piccolo paese: il maestro Mino Bordignon». Difficile dar torto al sindaco Clara Poli: Bordignon è senza dubbio la persona più conosciuta cui Fiorano al Serio abbia dato i natali. Da ieri il nome del musicista, compositore, direttore di coro bergamasco è ancor più legato alla sua terra d’origine.
L’Amministrazione comunale ha voluto dedicare al maestro Bordignon la nuova strada che collega via Locatelli a via Bombardieri, aperta nell’ambito del piano di recupero dell’ex Fonderia. «Ci piace ricordarlo perché ha dato lustro al nostro paese con grande umiltà», ha sottolineato Clara Poli.
Il compito di tratteggiare la figura del maestro Bordignon è stato affidato a Laura Saccomandi, sua allieva per anni. «La prima creatura di Mino è stata il Coro Incas. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, solo attraverso la sua arte, è riuscito a dar vita a un patrimonio di cultura e formazione educativa. Una cultura che però la gente della sua terra potesse toccare con mano. Sull’onda dei primissimi studi di antropologia musicale ha ripescato il repertorio popolare e lo ha esaltato all’ennesima potenza. Così, ha portato persone molto semplici, umili, in giro per il mondo, facendo loro vestire il ruolo dell’artista. Ovviamente Mino, con la sua grande maestria, non poteva fermarsi lì. Quindi, sono poi arrivati i cori Rai, il coro della Scala e tutto il resto».
Bordignon non ha mai dimenticato da dove veniva e anche l’ultima sua creatura è stata un omaggio alla terra d’origine: il Coro filarmonico di Val Seriana. Laura Saccomandi ha ben ripercorso la carriera, la vita, del maestro, davvero troppo dense per essere riassunte in poche righe. «Prima di far realizzare il cartello che segna la strada, con il sindaco ci siamo chiesti: cosa dobbiamo scrivere oltre al nome? Musicista e compositore, di sicuro. Ma mettiamo anche “Maestro di musica”, perché lui ha fatto della sua vita una proposta didattica e pedagogica forte».
Alla cerimonia era presente anche la famiglia di Mino Bordignon. Il figlio Claudio, noto ematologo e genetista, professore all’Ospedale San Raffaele di Milano, ha raccontato un aneddoto per ricordare chi era, e com’era, suo padre: «Stavamo tornando da un concerto in macchina, io e lui. Congratulandomi per il successo, aggiunsi: “Certo che se tu sapessi fare promozione di te stesso, saresti una superstar mondiale”. Lui, senza pause, rispose: “Sì, però forse sarei meno artista”. Ho capito bene cosa volesse dire: lui dava importanza al contenuto vero di quello che si fa e non agli orpelli».
Mino Bordignon si è spento a Milano nel 2009, vicino agli 88 anni. La moglie Daniela Caccia ha ricordato quegli ultimi giorni: «Era a letto, in ospedale. Mi ha detto: “Io sono qui, guardo questa parete bianca e vedo uno per uno i miei cori e i miei coristi. Questa è la mia Cappella Sistina”». Tanti suoi coristi erano ieri a Fiorano. Nessuno ha cantato. La musica l’avevano nel cuore.
Il servizio di Antenna2 con le interviste a Clara Poli e Claudio Bordignon: