Domani (sabato 8 ottobre) l’auditorium comunale di Albino ospiterà la presentazione del libro «Una bambina in fuga». L’autrice, Lidia Gallico, ripercorre la sua infanzia negli anni delle leggi razziali. Di origine ebrea, nata a Mantova nel 1932, durante l’occupazione nazista deve fuggire con i genitori. Nel loro peregrinare, tra l’ottobre del 1943 e il gennaio del 1944, troveranno rifugio anche in Valle del Lujo.
Il libro ha fatto riemergere una storia di cui si era persa traccia. Una vicenda che conferma come, nel silenzio e nella paura, tra le nostre montagne spesso gli ebrei sono stati ospitati, protetti, salvati. «È un libro importante per la nostra città, perché ci consente di gettare nuova luce su una storia, quella della Valle del Lujo durante il periodo della seconda guerra mondiale, che ancora oggi era poco conosciuta», commenta Mauro Magistrati, presidente provinciale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia).
«Di fatto, andiamo a scoprire che in Valle del Lujo c’erano famiglie albinesi che ospitavano, mettendo a rischio la propria incolumità, dei rifugiati ebrei durante la seconda guerra mondiale», prosegue Magistrati. In particolare, «questo libro ci ha consentito di scoprire che a Dossello la famiglia di Edoardo Nicoli, detto Barbù, ospitò la famiglia Gallico e anche un’altra famiglia di ebrei, i Goldstaub, tra loro imparentate».
In Valle del Lujo, queste due famiglie, non solo trovarono rifugio, ma anche una sponda per mettersi definitivamente in salvo. «Grazie alla famiglia Nicoli e grazie al parroco di Dossello, don Angelo Zois, i Gallico riusciranno ad espatriare in Svizzera – spiega il presidente dell’Anpi -. In questa fuga intervenne anche la figura di un altro sacerdote, don Guerino, che si ipotizza fosse don Guerino Gamba, all’epoca direttore dell’oratorio di Albino e nipote del prevosto di Albino, don Pietro Gamba».
Oltre a riportare alla luce una vicenda poco o per nulla conosciuta, il libro di Lidia Gallico ha un altro merito: «Ha consentito di mettere in moto una ricerca che vede storici locali e appassionati di storia locale come Angelo Calvi, Elio Capelli, Severino Nicoli, Callisto Gatti, che si stanno adoperando per riuscire a ricomporre il quadro degli ebrei ad Albino. Il capitolo avviato nel 2001 dallo storico locale Alberto Belotti si sta riaprendo e consente anche a noi cittadini di riappropriarci di una storia che era ai più sconosciuta».
Domani l’appuntamento è per le 16,30. Oltre a Lidia Gallico, saranno presenti Franco ed Emma Goldstaub, anche loro bambini alla fine della seconda guerra mondiale. A tutti e tre il Consiglio comunale di Albino (all’unanimità) ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria. «Non è solo un atto amministrativo – sottolinea Magistrati, ma il riconoscimento dell’importanza di questa storia, che ha attraversato le nostre valli. È riuscire a risarcire in modo parziale queste persone per i danni subiti durante la persecuzione nazifascista». Il Consiglio comunale di Albino ha anche votato per chiedere il riconoscimento di «Giusti fra le nazioni» per i coniugi Edoardo Nicoli ed Elisabetta Belotti, oltre che per don Angelo Zois.
Il servizio di Antenna2: