Comandano i licei, con lo scientifico in testa, seguiti dagli istituti tecnici. Fanalino di coda gli istituti professionali. È in sintesi il quadro delle nuove iscrizioni nelle future classi prime delle scuole secondarie di secondo grado (quelle che una volta si chiamavano superiori) bergamasche per il prossimo anno scolastico 2017/2018.
Il dato emerge dai numeri dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, elaborati su base provinciale dall’Ufficio Scolastico Territoriale (Ufficio Orientamento). Si tratta di un primo monitoraggio, i dati saranno soggetti a variazioni per effetto degli studenti che cambieranno scuola, delle iscrizioni tardive e delle bocciature. Gli studenti e le studentesse hanno scelto per il 47,45% i licei, il 38,52% gli istituti tecnici, il 14,03% gli istituti professionali.
Analizzando nel dettaglio le preferenze dei nuovi iscritti ai licei di Bergamo e provincia, il 44,39% ha scelto lo scientifico (il 22,98% lo scientifico opzione scienze applicate, il 19,53% il tradizionale, l’1,89% lo sportivo). Il liceo delle scienze umane si attesta nel complesso al 20,63% (l’opzione economico-sociale è al 6,10%). Il liceo linguistico si attesta al 19,87%, l’artistico è all’8,31%, il classico supera appena quota 5%, il musicale-coreutico è all’1,29%.
L’istruzione tecnica in Bergamo e provincia raccoglie il 24% delle iscrizioni alle classi prime negli indirizzi del settore tecnologico e il 14,52% in quelli del settore economico. I vari indirizzi tecnici raccolgono in particolare il 28,08% delle preferenze per amministrazione finanza e marketing, il 15,23% in informatica e telecomunicazioni, il 13,53% per meccanica meccatronica e energia, il 9,61% per il turismo, l’8,03% nell’agrario agroalimentare e agroindustria, il 7,40% per chimica materiali e biotecnologie, il 6,69% per l’elettronica e l’elettrotecnica, il 5,33% per grafica e comunicazione, il 4,68% in costruzioni ambiente e territorio, l’1,25% nei trasporti e logistica, lo 0,17% nel sistema moda.
Per quanto riguarda gli istituti professionali quinquennali, a Bergamo e provincia il 9,50% delle iscrizioni alle classi prime è nel settore dei Servizi e l’1,22% nel settore Industria e Artigianato. I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) triennali e quadriennali raccolgono invece il 3,31% dei neo iscritti.
Il 28,35% delle preferenze va ai servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, il 22,04 ai servizi socio-sanitari, il 10,67 ai servizi commerciali, il 6,62 ai servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, il 5,61 agli operatori elettrici, il 5,14 manutenzione e assistenza tecnica, il 3,82 operatori grafici, il 3,66 operatori meccanici, il 3,58 produzioni industriali e artigianali, il 2,34 operatori amministrativo-segretariali, il 2,18 operatori alla riparazione dei veicoli a motore, a seguire gli altri indirizzi.
«Rispetto al dato lombardo e nazionale, nella provincia di Bergamo è più contenuto il fenomeno della licealizzazione delle scelte di iscrizione, in favore dell’istruzione tecnico-professionale – commenta Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale -. Va poi segnalato che a settembre, all’avvio dell’anno scolastico, si riscontra ogni anno un sensibile incremento di studenti frequentanti l’istruzione professionale ed i percorsi IeFp rispetto alle attuali prime scelte di iscrizione» .
«L’esito delle iscrizioni appare un buon risultato per la provincia di Bergamo, peraltro al secondo posto in Europa nel settore della manifattura e con una realtà artigianale vivace, ricca di esperienze di successo», conclude Patrizia Graziani.
Secondo la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, conta anche il lavoro svolto dal Tavolo territoriale per l’Orientamento, promosso e coordinato dall’Ufficio Scolastico Territoriale, a cui partecipano Provincia e Comune di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo, Camera di Commercio-Bergamo Sviluppo, Confindustria e Confartigianato. «La nostra provincia necessita di professionalità ad ampio spettro e maggiormente in linea con i bisogni formativi della realtà economica territoriale: professionalità anche provenienti da una formazione tecnico-professionale di antica tradizione per Bergamo, ma rinnovata all’insegna delle nuove tecnologie e della ricerca ed innovazione continue. Questo per mantenere e incrementare gli standard di eccellenza e produttività attuali, e per contenere i livelli di disoccupazione giovanile», sottolinea Gisella Persico, docente referente per l’orientamento.