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Lavoro alle persone fragili, “La Goccia” si rilancia

Poco più di un anno fa, da Clusone, era partito un appello: la cooperativa “La Goccia” chiedeva aiuto. La crisi stava stava facendo soffrire questa piccola realtà, da quasi vent’anni impegnata nel dar lavoro a persone fragili dell’Alta Val Seriana.

Cooperativa sociale di tipo B, dal 1999 “La Goccia” opera per favorire il recupero sociale, educativo e comunitario attraverso l’esperienza del lavoro. «L’anno scorso stavamo attraversato un periodo di difficoltà, a causa della perdita di un servizio molto importante – spiega il presidente della cooperativa Gianpietro Pezzoli -. Avevamo quindi chiesto di aumentare la collaborazione col territorio e convocato i nostri partner per individuare possibilità di rilancio».

A distanza di un anno, le cose sembrano andar meglio. «È migliorata la collaborazione con gli enti pubblici, c’è maggiore riconoscimento rispetto alle attività sociali della cooperativa, abbiamo potenziato l’attività di assemblaggio a copertura quasi totale del servizio perso – prosegue Pezzoli -. Questo ha comportato anche il cambiamento della sede (nello stesso stabile di prima, in via ingegner Balduzzi, ma al piano superiore, ndr) perché abbiamo più ragazzi inseriti e serviva uno spazio più grande».

«La cooperativa non è fuori dal tunnel – precisa il presidente -, ma ci sono stati dei buoni miglioramenti». Molto utile si è rivelato un finanziamento ricevuto dalla Fondazione della Comunità bergamasca per un progetto presentato dalla cooperativa: “Start up Laboratorio ergo terapico” per la riqualificazione del reparto di assemblaggio. L’obiettivo era migliorare gli ambienti riorganizzando gli spazi in modo mirato, oltre a gestire il lavoro attraverso un modello originale.

«Il progetto, della durata di sei mesi, è partito nel mese di ottobre – spiega Marta Pasta, educatrice della Cooperativa -. Inizialmente, abbiamo contattato un architetto che ci ha aiutato ad individuare gli interventi più importanti da effettuare. Una volta sistemati gli ambienti, abbiamo puntato sull’aspetto educativo. È stato avviato il laboratorio con la presa in carico un’utenza con diverse fragilità e difficoltà».

Attualmente, la cooperativa sta lavorando con soggetti a cui sono stati dedicati percorsi di sperimentazione personalizzati. Si tratta di persone  che non riescono a mantenere una collocazione in ambiti lavorativi tradizionali ma che possiedono comunque capacità operative e socio-relazionali o che hanno bisogno di sperimentazioni per verificare le risorse e la capacità nel reggere i ritmi di un’azienda o, ancora,  che perdono il lavoro e che hanno difficoltà a ricollocarsi all’interno del mercato. I progetti in sperimentazione sono 21, ci sono poi quattro dipendenti svantaggiati regolarmente assunti, più un gruppo di ragazzi del Patronato San Vincenzo di Clusone che un giorno alla settimana si sperimenta in una particolare lavorazione di assemblaggio.

Il servizio di Antenna2:

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