Sono circa 300 le persone che oggi hanno approfittato dell’apertura della Fucina di Teveno a Vilminore promossa con il Fai (Fondo Ambiente Italiano) nell’ambito del “Weekend in Val di Scalve alla scoperta dei Luoghi del Cuore”.
La Fucina di Teveno, con i censimenti del Fai del 2016, ha conquistato il primo posto a livello regionale e il quarto nella classifica nazionale grazie a ben 1714 preferenze.
La Fucina di Teveno, secondo le ricerche effettuate dal proprietario Fabio Morzenti, risale almeno ai primi anni del XIX secolo. «Era in attività sicuramente – spiega – nel 1833. Ha prodotto principalmente piccoli utensili metallici fino agli ’60 (zappe, chiodi, ferri di cavallo…)».
La struttura tuttavia è dotata di un sistema che ha reso celebri nel Seicento un paio di famiglie bergamasche come abili costruttori di forni: “la Tina dell’Ora”, marchingegno con cui era possibile garantire ossigeno alle fornaci senza ricorrere ai mantici, soggetti invece all’usura meccanica. Leggi di più in questo nostro articolo sulle famiglie Caccia e Gervasoni.
La Tina dell’Ora, attraverso la caduta dell’acqua in un bacino chiuso ermeticamente, creava un sistema di aria forzata che permetteva di alimentare il fuoco nelle fornaci.
La forza dell’acqua azionava anche la ruota che si trova sul lato est della struttura, energia che potenzialmente poteva permettere diversi impieghi meccanici all’interno.
Questa sera al Museo Zanalbert a Colere sarà presentato il progetto di recupero della Fucina di Teveno (ore 20.30). Domani (domenica 23 luglio) sarà possibile visitare invece la torre medievale di Azzone.
A questo link la pagina Facebook della struttura.