“Appunti sulla pittura del Settecento a Lovere”: è il titolo del pomeriggio di studi promosso in occasione del restauro della Madonna del suffragio di Domenico Voltolini.
Sabato 21 ottobre, presso la sala degli Affreschi dell’Accademia di Belle Arti Tadini, alle ore 15 interverranno lo storico dell’arte Francesco Nezosi; Fiorella Frisoni dell’Università degli Studi di Milano; Angelo Loda della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia e il restauratore Antonio Zaccaria.
L’iniziativa è promossa dalla Parrocchia Santa Maria Assunta di Lovere e ha il patrocinio del Comune di Lovere, dell’Accademia Tadini e del Museo dei Cappuccini. L’intervento ha avuto il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, della Fondazione Comunità Bergamasca Onlus e del Rotary Club Lovere-Iseo-Breno.
«Il percorso di tutela e valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico della Parrocchia di Santa Maria Assunta di Lovere – spiega in un comunicato la Parrocchia – si è aperto con il restauro della settecentesca tela raffigurante la Madonna del suffragio con anime purganti del pittore bresciano Domenico Voltolini (Iseo, 1667 – Vestone, 1746), che si trovava in cattive condizioni di conservazione. Dopo il restauro la tela è ritornata nella chiesa di San Giorgio, in una nuova collocazione che finalmente la restituisce allo sguardo dei fedeli e dei turisti. La restituzione è ancor più significativa in quanto la tela era la pala dell’Oratorio del Suffragio dei morti, piccolo edificio settecentesco attiguo alla chiesa di San Giorgio e sede dell’omonima confraternita, soppresso in epoca napoleonica e alienato dalla parrocchia nel corso del ‘900. La tela costituiva il fulcro dell’arredo di questo edificio e l’elemento di maggior pregio, una testimonianza significativa non solo dal punto di vista devozionale ma anche da quello iconografico: alla Vergine con il Bambino spetta l’intermediazione al suffragio delle anime ai suoi piedi avvolte nelle fiamme, in un concerto di espressioni e sofferenze che ben dovevano rimanere impresse negli occhi dei fedeli».