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Da Ponte Nossa ai campi di lavoro tedeschi

Stringe tra le mani il diario in cui annotò i principali momenti della sua deportazione in un campo da lavoro in Germania nel ’44. Non solo gli spostamenti, i trasferimenti e i nomi dei compagni che ha incontrato: in quel piccolo libretto ci sono tracce di alcuni momenti terribili: tra i quali anche la fine di un compagno di sventura, «ucciso con un colpo di rivoltella alle spalle solo per avere preso da un mucchio di terra 3-4 piccole patate». Era la guerra, erano tempi duri: oggi inimmaginabili per i giovani.

Giovanni Bassanelli, nato il 5 settembre 1924 a Ponte Nossa, cercò di sfuggire all’arruolamento. Si trovò comunque obbligato a vestire la divisa, scappò per tornare dalla madre gravemente malata e una volta preso dai tedeschi dovette scegliere tra riprendere le armi o la fucilazione. Alla fine venne deportato prima nei campi di lavoro in Polonia e poi tra Berlino e Dresda.

A distanza di 73 anni da quei terribili eventi, Giovanni nei giorni scorsi ha ricevuto una comunicazione dalla Presidenza della Repubblica: il 25 gennaio è atteso alla cerimonia del Giorno della Memoria presso il Palazzo del Quirinale presieduta dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Un’intervista a Giovanni Bassanelli andrà in onda questa sera nel telegiornale di Antenna2, in onda alle ore 19.20. Un approfondimento domani all’interno di Target alle ore 19.

Giovanni Bassanelli con il primo cittadino di Ponte Nossa Stefano Mazzoleni

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