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Piario, la rabbia del sindaco: «Basta propaganda»

È arrabbiato, il sindaco di Piario Pietro Visini. L’annunciata chiusura del punto nascita nel “suo” ospedale lo ha fatto trasalire. Per il modo con cui la notizia è arrivata agli amministratori, ma anche per le ricadute concrete sulla gente della Val Seriana.

«Sapere dai giornali di una decisione simile, è la cosa peggiore», sottolinea Visini, un anno e mezzo fa in tra i sindaci in prima linea nel difendere l’ospedale quando già si era paventato il rischio di chiusura per il punto nascita. Ma il primo cittadino di Piario ce l’ha anche con la politica.

«Vorrei tanto che tutti la smettessero di fare propaganda elettorale, dai consiglieri regionali fino a Roma – attacca Visini -. Dicono: “Salviamo la montagna”. Ma cosa volete salvare? Salviamo la montagna vuol dire non portar via i servizi. Tutto il resto sono chiacchiere. È ora di smetterla di fare propaganda. La gente ha bisogno di fatti concreti. Questo è l’ennesimo tentativo, e mi auguro resti tale, di portar via servizi alla montagna».

Come a fine 2016, anche oggi comincia a serpeggiare il timore che un’eventuale chiusura del punto nascita inneschi un effetto domino fino a coinvolgere l’intero ospedale. «Se davvero si arrivasse a questo o se l’intenzione è spostare tanti servizi sulla sanità privata, mi chiedo: questi signori che hanno in mano l’Italia pensano alla gente, alle persone più povere?».

Visini sottolinea, però, di voler «pensare positivo», così come si dice convinto che anche per il punto nascita non tutto sia perduto. «Ma cosa ne faremo di questo ospedale? – si chiede -. È chiaro il progetto? Lo vogliono dire anche a noi? Altrimenti sarò il primo a invitare tutti i sindaci che tengono alla loro gente a portare tutte le fasce tricolori al prefetto o, meglio ancora, a Roma. Questo per dire: “Noi siamo stati eletti perché la gente aveva fiducia in noi. Adesso ci sentiamo impotenti, quindi andate avanti voi”».

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