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Raccolta firme per salvare il punto nascita di Piario

La mano di un bimbo in quella del papà. E, accanto, la scritta: “Punto nascita di Piario. Sì, lo voglio!”. Jacopos Scandella, consigliere regionale del Partito democratico, ha scelto questa immagine per lanciare la sua petizione su Change.org, piattaforma on-line per le campagne sociali.

Il titolo è eloquente: “No alla chiusura del punto nascita di Piario”. La petizione è diretta al presidente della Regione Attilio Fontana, dopo l’annuncio di ieri in commissione Sanità da parte dell’assessore al Welfare Giulio Gallera. Nel momento in cui scriviamo, le firme hanno già superato abbondantemente quota 1500, e continuano ad aumentare. Per aggiungere la propria basta seguire questo link.

Di seguito il testo della petizione:

«Dopo aver promesso attenzione alla montagna, il primo atto della Giunta Fontana per l’alta Valle Seriana potrebbe essere la chiusura del punto nascita di Piario: Presidente, non lo faccia!

Nel 2017 si è raggiunto il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia (464 mila nuovi nati, contro il record positivo di 1 milione e 16 mila del 1964): una diminuzione che in montagna è ancora più accentuata, per la carenza di lavoro e servizi e di conseguenza di famiglie giovani. Anche per questo, il punto nascita di Piario non è soltanto un servizio da difendere: è il simbolo di una montagna che non si rassegna allo spopolamento, che reclama il diritto di avere prestazioni di qualità».

Attorno a Bergamo, nel raggio di 7 km, ci sono tre punti nascita: Seriate, Alzano e Bergamo. Crediamo non abbia senso disinvestire nel più periferico, che dista più di 30 km dagli altri, offre una cura ed una disponibilità uniche e garantisce il supporto alla nascita ed alla crescita dei neonati per un territorio amplissimo. Il punto nascita di Piario deve rimanere aperto.

Se consideriamo le mamme dei territori dell’Alta Valle Seriana e della Val di Scalve, dell’Alto Sebino, della Media Valle Seriana (fino a Gazzaniga) e della Val Gandino, il bacino potenziale si aggira attorno ai 700 parti annui, ben al di sopra del limite minimo dei 500. I numeri ci sono: è necessario coinvolgere a Piario il maggior numero di famiglie residenti nell’ambito, attraverso il lavoro dei Comuni e della rete di medici di base, ginecologi e consultori, oltre ad investire costantemente nella qualità della struttura e del personale.

Dopo la mobilitazione del dicembre 2016 e nonostante le promesse fatte allora, la possibile chiusura del punto nascita di Piario è ancora sul tavolo dell’Azienda Socio sanitaria Territoriale e della politica regionale. Vogliamo arrivi forte, a tutti i livelli decisionali, la voce di chi vuole mantenere servizi di qualità nelle aree montane. Ti chiediamo di farti sentire insieme a noi. Parlane con il tuo Sindaco, con il tuo medico, con le persone a te vicine; metti nero su bianco, con la tua firma, l’adesione a questa battaglia. E’ in gioco il punto nascita di Piario, ma è in gioco soprattutto il futuro del nostro territorio».

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