Con il Decreto Dignità, dal 14 di luglio, per le assunzioni a tempo determinato, nell’ottica di favorire le assunzioni a tempo indeterminato, sono state introdotte alcune novità.
Laura Ferrari, presidente dell’associazione dei giovani consulenti del lavoro di Bergamo spiega le principali modifiche.
«Il periodo massimo è stato ridotto da 36 a 24 mensilità. È cambiato anche l’aspetto relativo alle causali: se con il precedente quadro normativo il datore di lavoro poteva assumere una persona con un contratto di lavoro a tempo determinato senza la necessità di inserire motivazioni fino a 36 mesi, ora, dopo l’introduzione del decreto, si avrà la possibilità fino a 12 mesi di assumere una persona senza la necessità di esplicitare le motivazioni, nel caso in cui invece il contratto volesse superare i 12 mesi, sempre nel limite dei 24 mesi massimi, sarà necessario che il datore di lavoro inserisca motivazioni nel contratto».
E quali sono le condizioni che permettono la proroga oltre i 12 mesi di un contratto di lavoro a tempo determinato?
«Esigenze temporanee oggettive estranee all’ordinaria attività, ovvero sostitutive di altri lavoratori, esigenze connesse a incrementi temporanei significativi non programmabili dell’attività ordinaria. Pertanto solamente se si rientra in queste caratteristiche si potrà prorogare oltre i 12 mesi un contratto di lavoro a tempo determinato, ma con l’attenzione di non superare i 24 mesi. Altra modifica è stata l’introduzione a 4 delle proroghe, inizialmente erano 5 le proroghe possibili, oggi invece le proroghe sono solamente 4. Le motivazioni che ho elencato poco fa è necessario introdurle anche nel caso di rinnovo, ossia di un’assunzione a distanza di tempo della medesima persona, per le medesime mansioni, sempre a tempo determinato. In questo caso sarà necessario che il datore di lavoro sia anche attento ai periodi già effettuati, perché il limite dei 24 mesi è introdotto sia all’interno dello stesso rapporto di lavoro, come periodo massimo di rapporto a tempo determinato comprensivo di proroghe, sia come periodo massimo della somma di tutti i rapporti di lavoro a tempo determinato intercorsi tra lo stesso datore di lavoro, lo stesso lavoratore per le medesime mansioni e il medesimo livello. Che cosa succede se si sfora questo parametro? Il rapporto viene trasformato a tempo indeterminato».