L’Università degli Studi di Bergamo ha inaugurato questa mattina l’anno accademico 2018 – 2019, conferendo il dottorato honoris causa al professor Jean Tirole, economista europeo, il più importante esperto internazionale di economia industriale, insignito nel 2014 del Premio Nobel per l’Economia.
La cerimonia, sulle note dell’Inno d’Italia eseguito dall’orchestra del Conservatorio Gaetano Donizetti, si è aperta con la proiezione del nuovo video istituzionale che ripercorre in pochi minuti i cinque intensi anni di vita di uno studente mostrando una panoramica sull’offerta formativa dell’Università, realtà che conta 22 mila iscritti, restando concretamente a misura d’uomo.
Ed è proprio sul valore dell’Ateneo in quanto agente promotore di «cittadinanza attiva» che ha riflettuto il rettore Remo Morzenti Pellegrini: «Oggi celebriamo non solo l’inizio del nuovo anno accademico, ma anche la conclusione delle celebrazioni per i suoi primi 50 anni. Un percorso durante il quale la nostra università ha saputo trasmettere conoscenze, valori e saperi necessari ai giovani per sentirsi parte attiva di una comunità e intervenire per il suo miglioramento a livello sociale, professionale e civico. Tutto questo è sinonimo di cittadinanza attiva, fondamentale per costruire il futuro della nostra società e del Paese su solide basi» – ha dichiarato il Rettore.
A seguire, la parola è passata al rappresentante degli studenti dell’Ateneo, vicepresidente della Consulta, Daria Pavlova che ha ricordato quanto la comunità accademica sia attrice dello sviluppo del territorio bergamasco attraverso la condivisione del sapere, della formazione e della ricerca. «Un bagaglio – ha affermato – che ci permetterà di andare avanti orgogliosi, di riconoscerci quale parte integrante di questa comunità, plurale e inclusiva. E questo tenendo ben presente che a oggi l’Università è l’unico e l’ultimo ascensore sociale, nonché motore di rinnovamento culturale».
Un impegno espresso anche da Maria Fernanda Croce, rappresentante del personale tecnico amministrativo dell’Università che ha sottolineato con orgoglio il rimarchevole spirito di servizio e l’elevata produttività da parte del personale tecnico amministrativo, che riesce a ottemperare ai propri compiti pur in una situazione di sottodimensionamento.
L’inaugurazione dell’anno accademico ha visto anche la partecipazione di un’altra eminente personalità: il prof. Paolo Grossi, presidente della Corte costituzionale dal 2016 al febbraio di quest’anno, illustre fiorentino, fra gli ultimi Maestri della scienza giuridica italiana intervenuto in Sant’ Agostino, per la prolusione per i 70anni della Costituzione e per il mezzo secolo di vita dell’Università di Bergamo. “La Costituzione italiana, breviario giuridico e presidio per il cittadino: va studiata, perché la si conosce poco – ha detto il Maestro della storia del diritto italiano – La Carta, entrata in vigore il 1° gennaio del ’48, è vecchia ma conserva una freschezza straordinaria. E’ tuttora un’arma magnifica per il cittadino: ne è il presidio proprio in quanto vi sono scritti dei valori e il primo è la dignità del cittadino, cioè della persona come fine e mai come strumento. Questo è il valore portante di tutto l’edificio costituzionale”.
Dopo l’esecuzione del Nabucco è stato conferito il dottorato honoris causa al Premio Nobel prof. Jean Tirole, con la Laudatio pronunciata dal prof. Gianmaria Martini, coordinatore del dottorato in Applied Economics and Management. «L’attività di ricerca scientifica di Jean Tirole ha contribuito in maniera straordinaria alla formazione dei giovani ricercatori nelle università di tutto il mondo, diventando riferimento anche per le autorità di regolamentazione, di policy makers, di managers di imprese, di rappresentanti delle istituzioni. La sua ricca e diversificata attività, infatti, è sempre stata mirata al bene comune, puntando a fare del mondo un posto migliore» Esemplari, in questo senso, le teorie dell’Organizzazione Industriale e del two-sided market con cui Tirole ha descritto i meccanismi fondamentali delle piattaforme di mercato. Nel 2014 ha quindi ricevuto il Premio Nobel per l’analisi degli effetti del potere di mercato delle imprese e dei meccanismi di regolazione.
L’economista, a cui il Rettore ha consegnato la pergamena di dottorato honoris accompagnata dalla formula di rito, ha quindi tenuto la Lectio Magistralis in «Moral Reasoning, Markets and Organizations», approfondendo il ruolo dell’economista, tra moralità e mercati. «Molti economisti lavorano sia teoricamente sia empiricamente sulla moralità come una determinante del nostro comportamento. Questo è un bene perché l’economia è una scienza morale e filosofica. Non è possibile ignorare le più ampie tematiche sociali nei nostri tempi. Si pensa invece che l’economia abbia trionfato sui valori umani, creando un mondo senza pietà né compassione e preda di interessi privati, ma l’economia di mercato ha ottenuto solo una vittoria parziale, perché non ha vinto né cuori né menti. Affrontare i molti fallimenti del mercato è cruciale e lo è anche la nostra capacità di inquadrare le questioni morali, smettendo di ignorare la diffusa resistenza alla nostra disciplina» – ha affermato Tirole.