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Una coperta in pura lana vergine della Val Gandino

Si è tenuta nella mattinata di martedì 18 dicembre la conferenza stampa, presso Palazzo Pirelli sede del Consiglio Regionale, per presentare la coperta in pura lana vergine della Val Gandino.

Realizzata in lana ricavata da pecore di razza bergamasca, un genotipo rustico e forte, la coperta rientra in un progetto che intende studiare nuovi sbocchi per un prodotto che potrà esprimere qualità apprezzabili anche dal consumatore contemporaneo. «Una valorizzazione della materia prima “lana bergamasca” sarà un’interessante integrazione al reddito della pastorizia, mantenendo le greggi al pascolo di quei terreni marginali che altrimenti oggi sarebbero condannati all’abbandono – spiega Massimo Bosio, responsabile del progetto -. La filiera della lana è ancora presente in Val Gandino con un ciclo della lavorazione che comprende la filatura cardata, le tessiture, le garzature, i lavaggi, i finissaggi e le attività di confezionamento». Presente alla conferenza stampa anche il Vice Presidente Fabrizio Sala che ha usato parole di apprezzamento complimentandosi con i promotori per questa attività di «riscoperta di tradizioni e lavori tipici delle nostre valli, che ci rendono orgogliosi di essere lombardi. Queste iniziative meritano giusto riconoscimento e valorizzazione, anche a livello internazionale in quanto i prodotti tipici del nostro artigianato sono ricercati non solo dai turisti che vengono in Lombardia, ma in tutto il resto del mondo: il made in Italy è infatti garanzia di qualità».

Sulla stessa linea il consigliere regionale Paolo Franco che ricorda come «grazie a queste iniziative sia possibile garantire respiro all’economia, mantenere vive le nostre valli ed evitare che certe esperienze, tradizioni e capacità tipiche della provincia orobica vadano perdute». La tradizione della lana in Val Gandino si tramanda da secoli: nel 1400 vi erano più pecore che abitanti, e il “panno bergamasco” indicava sin da allora una denominazione d’origine precisa e riconoscibile sui mercati come facilmente rintracciabile da migliaia di documenti d’archivio.

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