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Orezzo ricorda Sant’Antonio Abate e il voto di cent’anni fa

Accadde cent’anni fa, nel 1919. Ad Orezzo un’epidemia colpì persone e animali. La comunità si affidò con un voto a Sant’Antonio Abate. L’epidemia finì e il santo venne eletto a compatrono della piccola parrocchia (patrono è la Santissima Trinità).

Da allora la comunità lo ricorda ogni anno, in occasione della festa liturgica, che cade il 17 gennaio. «Soprattutto gli anziani del paese sono molto legati a questa tradizione – afferma Oscar Gusmini, vicepresidente della Pro loco -. Noi siamo impegnati a portarla avanti, soprattutto cerchiamo di coinvolgere i più giovani».

Gli appuntamenti iniziano domani (mercoledì 16 gennaio). Alle 20,30, i fuochi d’artificio e a seguire il tradizionale falò della vigilia. La serata si concluderà al campetto dell’oratorio con canti e danze popolari accompagnati dalla musica delle fisarmoniche del “Duo Mazzola”.

Giovedì, alle 10, la messa e la benedizione delle auto. La celebrazione del pomeriggio, alle 15, verrà presieduta dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi. A seguire la processione con la statua del santo e la benedizione del sale. La giornata si concluderà presso “La Penzana” con un momento tra musica e assaggi, a partire dalle 19.

C’è un’altra tradizione che caratterizza la festa: la “Questua di Sant’Antonio”. Degli incaricati passano nelle abitazioni del paese e raccolgono le offerte della gente, soprattutto prodotti e attrezzi legati al mondo contadino: formaggelle, bottiglie di vino, cesti di vimini, gerle, rastrelli. Tutto viene messo poi all’incanto. Di solito nel pomeriggio del 17. Quest’anno di domenica (20 gennaio), dopo la messa delle 9,30.

La giornata continuerà poi con il pranzo nelle ex scuole (prenotazioni al numero 035712602). Alle 15,45, infine, il concerto della banda di Gazzaniga in chiesa parrocchiale.

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