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Ad Oneta nessuna lista per le elezioni, commissario in arrivo

Oneta, in Val del Riso, 740 metri sul livello del mare, quattro frazioni, circa 600 abitanti e nessun candidato alle elezioni amministrative. Dopo il 26 maggio il Prefetto nominerà un commissario: spetterà a lui reggere il Comune fino al prossimo turno elettorale utile, tra circa un anno.

Il sindaco uscente, Angelo Dallagrassa, sta terminando il suo terzo mandato: 15 anni alla guida del paese a partire dal 1999, con una pausa tra il 2009 e il 2014. Da tempo aveva annunciato l’intenzione di concludere la sua esperienza in amministrazione. Il problema è che non c’è nemmeno qualcuno pronto a prenderne il posto. Sabato, scaduti i termini di legge, in municipio non c’erano liste depositate per le prossime elezioni. Sembra che nei mesi scorsi un tentativo sia stato effettuato, ma senza successo.

Il primo cittadino non nasconde il suo rammarico per quello che è accaduto. «Sinceramente non me l’aspettavo – afferma -. Se fosse arrivata una nuova amministrazione, avrebbe trovato un paese in ordine e con poche opere da realizzare. Sarebbe stata sufficiente un’amministrazione in grado di mantenere quello che abbiamo. Purtroppo questo non è accaduto e mi dispiace tanto».

Dallagrassa prova anche a dire la sua sulle ragioni che hanno portato alla mancanza di candidature. «Credo dipenda dalla situazione generale – osserva -, c’è una totale sfiducia verso la politica. Soprattutto da parte dei giovani, che oggi hanno pochi punti di riferimento perché purtroppo gli adulti non sono un buon esempio. Il nostro piccolo paese, presto commissariato, temo rappresenti l’inizio di una tendenza che vedremo anche in futuro».

Il sindaco di Oneta riconosce che amministrare i piccoli comuni è sempre più difficile. «I paesi di montagna di per sé hanno una situazione complicata sotto di diversi punti di vista, a questo bisogna poi aggiungere che non ci sono più risorse. Lo Stato non dà aiuti, viviamo di quel poco che entra attraverso l’Imu e pochi altri contributi dalla Comunità montana o dalla Regione. Bisogna poi considerare che i bandi non coprono mai il 100%, al massimo arrivano all’80. Il resto lo deve mettere il Comune, così come l’Iva». Gli stessi paesi stanno cambiando volto: «Le persone si spostano verso luoghi più comodi – prosegue Dallagrassa -. Nel 1951 Oneta aveva 1126 abitanti, oggi sono poco più di 580. Inoltre, c’è un invecchiamento generale».

Vie d’uscita, al momento, se ne intravedono poche. Alla domanda se, dal punto di vista amministrativo, una delle strade possa essere rappresentata da un’Unione con altri Comuni o addirittura una fusione, Dallagrassa risponde: «Sarà ineluttabile ed è probabile che nel tempo si arriverà a questo tipo di soluzione. Dovrà però essere imposta dall’alto perché ogni paese vuole salvaguardare le proprie tradizioni, la propria cultura e identità». Per Oneta, ammette il primo cittadino uscente, il rischio è che il futuro giunga in anticipo: «Se rimaniamo commissariati per un anno e poi non si trova una soluzione politica, è chiaro che si potrebbe già arrivare all’unione con altri paesi».

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